Anche i Cag in subbuglio: minori disagiati rischiano di restare senza assistenza

Cresce la preoccupazione degli operatori che prestano servizio presso i Cag. Anche sui Centri di Aggregazione giovanili sta per abbattersi la scure del commissario straordinario Luigi Croce, che taglia dove può per mettere in ordine i conti di Palazzo Zanca, ed i 72 lavoratori del settore premono per sapere quale sarà il loro destino, quello delle strutture in cui svolgono la loro attività e soprattutto quello dei loro assistiti. Con una lettera indirizzata al commissario, ai singoli consiglieri comunali e al dirigente ai servizi sociali, gli operatori chiedono «delucidazioni sulle allarmanti notizie che si stanno diffondendo in città relativamente al futuro del servizio prestato».

Attualmente, i Cag sono otto, ciascuno dei quali è dotato di proprio organico (composto da un assistente sociale, da uno psicologo, da un pedagogista , da un educatore e da cinque animatori, di cui uno sportivo) e sono dislocati nelle seguenti zone della città: Bordonaro, Camaro, Cep, Gravitelli, Giostra Ponte Schiavo/Giampilieri, Santa Lucia e Villaggio Aldisio.

«I Centri di Aggregazione giovanili , finanziati dal Comune di Messina- Assessorato ai servizi sociali – si legge nel documento firmato dai 72 operatori sociali – sono nati nel 1996 per rispondere all’assenza di interventi a favore dei minori nelle zone a rischio di devianza e nel corso degli anni si sono sempre più radicati nei territori, diventando dei riconosciuti presidi di cultura e legalità in contesti di totale emarginazione e ghettizzazione »

I lavoratori rammentano, inoltre, che i Cag sono oggi gli unici poli di prevenzione e trattamento del disagio minorile e familiare che lavorano in sinergia con la rete dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, con le Scuole, l’Università, le Parrocchie e le Associazioni di volontariato, svolgendo attività fondamentali per il recupero dei giovani altrimenti destinati all’emarginazione sociale. Nei Centri si praticano, infatti, percorsi educativi personalizzati; sostegno allo studio; sostegno alla genitorialità; laboratori ludici, sportivi, artistici, di lettura/scrittura e turismo sociale.

Da quando sono nati – ci tengono a far sapere i lavoratori dei Cag – i Centri di Aggregazione Giovanili hanno prestato servizio ed assistenza a circa 10 mila minori, ognuno di loro con una storia difficile alle spalle ed un futuro apparentemente segnato . Oggi i Cag contano complessivamente circa 1200 iscritti e gli operatori che supportano i minori nel difficile percorso di inserimento sociale ritengono che questo servizio non possa essere interrotto bruscamente, facendo prevalere le ragioni economiche a discapito dell’impatto che la chiusura Centri avrebbe sul nostro territorio. «I Cag – concludono i 72 lavoratori rivolgendosi ai destinatari della lettera – rappresentano una valida risorsa per la città che, a fronte degli esigui costi economici attuali, si traduce in un ingente risparmio di costi economici e sociali futuri». (DLT)