A Messina #noncifermatetour, la voce dei 5S buttati fuori dal Palazzo

Chi pensava che gli esponenti del M5S fossero Grillo-dipendenti e non in grado di parlare ad un comizio si sbagliava. Chi pensava che senza Grillo sul palco nessuno si sarebbe presentato ad ascoltare, si sbagliava allo stesso modo.

E’ iniziato a Messina il giro siciliano del “Non ci Fermate Tour’, ieri sera a Piazza Cairoli, con una folla accorsa ad ascoltare non Beppe Grillo ma quei parlamentari che sono stati eletti lo scorso anno e che sul palco hanno fatto “squadra”, ognuno illustrando una parte diversa del programma e delle attività espletate, sia all’Ars che in Parlamento. Il tour prevede la partecipazione di 26 deputati a 5 Stelle che raccontano, in giro per l’Italia, le attività portate avanti in parlamento e sono proprio quei 26 sospesi dall’ufficio di presidenza della Camera, in seguito all’occupazione dei banchi del governo in occasione dell’approvazione del decreto Imu-Bankitalia.

E i messinesi hanno raggiunto Piazza Cairoli solo per sentir parlare loro, per ascoltare i programmi in vista delle Europee, per capire quanto è stato fatto in un anno di opposizione, quali proposte e quali difficoltà incontrate.

Ad aprire il comizio sono stati i messinesi Valentina Zafarana, deputato regionale, e Ciccio D’Uva, deputato nazionale, che si sono soffermati sulle tematiche affrontate in questi mesi e legate al territorio. “Non ci interessa per chi mettete la X- ha detto la Zafarana- quel che vi chiediamo è di continuare a vigilare sul nostro operato”.

A riscaldare la piazza ci ha pensato D’Uva, accennando al caso Genovese, peraltro proprio da lui messo al centro dell’intervento in Aula nel giorno della richiesta d’arresto “In questa città dobbiamo parlare di Genovese e di quel sistema”, ma il deputato ha anche spiegato nei particolari le proposte di legge che riguardano la Pubblica Istruzione, l’Università, il mondo dei giovani. Ogni singolo deputato, da Diego De Lorenzis a Simone Valente, Matteo Mantero, Giorgio Soral, Alessandro Di Battista, Ferdinando Alberti, Giulia Grillo, Alessio Villarosa, si è soffermato su un settore, dalla sanità al bilancio, dalle riforme all’istruzione.

“Volevamo impedire il regalo di 7 miliardi e mezzo alle banche e siamo stati sbattuti fuori dal Palazzo”. Adesso, con il tour i 26 sospesi girano l’Italia per informare lo stesso i cittadini di quanto sta accadendo nelle stanze dei bottoni.

“In totale i giorni di sospensione sono più di un anno- commenta Mantero- Gli italiani sono stati privati del diritto di opposizione che era semplicemente quello che stavamo esercitando. Noi stiamo cambiando il modo di fare politica, stiamo facendo la rivoluzione disarmata. E nonostante la sospensione, l’Unione europea ha chiesto chiarimenti sulla vicenda Bankitalia e la Corte dei Conti ha avviato accertamenti”.

Che qualcosa non andasse nel mettere insieme Imu e Bankitalia era chiaro e l’aver sospeso chi protestava e faceva opposizione non è servito comunque a nascondere la polvere sotto il tappeto. Quel che non hanno potuto dire alla Camera adesso lo fanno nelle piazze, Costituzione e regolamento alla mano. E la gente li ascolta, perché quando si parla di banche e di denaro che scorre a fiumi i cittadini nell’Italia della fame nera stanno attenti eccome. E capiscono.

“Mi presento, sono Simone Valente, ho 27 anni e sono stato cacciato dal Palazzo. Noi stiamo facendo “ostruzionismo”, cambiamo con i fatti. Siamo entrati in un mondo principesco al quale non vogliamo partecipare. Ci siamo tagliati lo stipendio, lo abbiamo fatto sul serio. Mia madre è rimasta senza parole quando le ho detto che lo stipendio era di 19 mila euro. Non usiamo auto blu. Facciamo proposte e quando non riusciamo a farci ascoltare saliamo sul tetto a protestare. Stravolgono regole e regolamenti. Ma noi siamo certi di una cosa, quando tornerà di moda l’onestà in questo Paese anche la coerenza tornerà di moda”.

Giorgio Soral ha parlato di cifre e di conti, di bilanci e di quegli 80 euro promessi da Renzi agli italiani, mentre i colleghi hanno raccontato la vicenda della ghigliottina, il caos delle riforme, l’importanza dell’essere presenti in Europa e di capire di cosa parliamo quando usiamo il termine “euro”, dialogando con i presenti nella piazza, che hanno partecipato attivamente. E mentre Giulia Grillo si diceva certa che i messinesi avrebbero dato le stesse risposte date finora (alle regionali ed alle Politiche il M5S ha ottenuto numeri da record) il collega accanto a lei l’ha invitata ad alzare il dito per indicare la luna e ha detto “All’inizio di questo tour ho fatto una promessa ad una signora di Brescia. Le ho detto che ad ogni incontro avrei fatto questo gesto. Ecco, adesso tutti voi guardate Giulia che alza il dito, guardate il suo dito e nessuno si volta a guardare la luna. E’ da qui che si deve cambiare”.

II tour siciliano prevede altre tre tappe ufficiali: Catania, oggi alle ore 20 in piazza Bellini e Palermo, lunedì 31 marzo, alle ore 21.30 in piazza Verdi e chiusura ad Enna, martedì 1 aprile, alle ore 19.30 in sala Cerere.

Il tour, partito lunedì 17 marzo da Verona è un percorso di agorà itineranti che si concluderà il 15 aprile a Torino. Comprende ventinove tappe principali e toccherà circa ottanta località in tutta Italia. “Ci trasferiamo a lavorare fuori dal Palazzo – affermano i parlamentari 5stelle – incontriamo i cittadini, informiamo le persone di quello che succede nelle stanze del potere, raccontiamo come la casta ha trasformato l’Italia in un bancomat da saccheggiare. Possono tentarle tutte per zittirci, ma non ce la faranno a fermarci”.

Ed anche a Messina hanno fatto così, fermandosi un paio d’ore, ascoltando le parole della gente e rispondendo alle domande, chiarendo i particolari del fiscal compact e del regalo Bankitalia, parlando di un’Europa che è solo quella delle potenze e non dei cittadini, uscendo da quelle stanze dove ad un certo punto, fare opposizione non è stato più possibile “sono stato sospeso per essermi seduto sul posto del governo”. Unire quel che appariva come un “regalo agli italiani”, l’Imu (e non lo era) ad un regalo( questo sì, vero) alle banche, era un fatto da denunciare in ogni modo. Il tempo sta dando ragione ai 5stelle, che nel frattempo però hanno avuto una sospensione che in totale raggiunge un anno.

Rosaria Brancato