Critiche e mobilitazione, dai sindacati ai partiti tutti nel calderone delle polemiche

Sindacati, associazioni, movimenti, partiti. Nel ciclone delle polemiche sulla Tasi e sui 2 milioni tolti ai servizi sociali ci sono tutti. Piovono critiche durissime nei confronti dell’assessore Nino Mantineo, ma allo stesso tempo c’è anche chi contesta il Consiglio comunale per la scelta fatta in aula. La confusione regna sovrana, nel dibattito che si è scatenato in questi due giorni si sta dicendo tutto e il contrario di tutto. C’è forse un unico punto che vede tutti d’accordo: i servizi sociali sono fondamentali e il settore non può essere gestito con scarsa attenzione a quelle che sono le esigenze del territorio. Fermo restando questo principio generale però poi è il caos.

Intanto, come preannunciato la Cisl è pronta a far scattare la mobilitazione contro il taglio dei fondi ai Servizi Sociali. Domani, dalle 9.30 alle 12.30, davanti Palazzo Zanca, la Cisl Fp organizza un sit in dei lavoratori del settore. “Il taglio delle risorse da parte del Comune e del Consiglio comunale – ricorda il segretario provinciale Calogero Emanuele – comporterà la paralisi del settore e l’apertura della crisi occupazionale per i lavoratori a partire dal prossimo 1 ottobre con l’interruzione dei servizi di assistenza, trasporto, asili e Cag”.

La Fp Cgil vuole invece far presente ai consiglieri comunali che molti Comuni italiani hanno inserito i servizi sociali nel calderone di quelli indivisibili. Il Comune di Napoli ad esempio ha previsto “prestazioni socio assistenziali: contrasto alla povertà( al netto delle quote finanziate dallo stato e dalla regione) . Minori a rischio- Assistenza domiciliare; il Comune di Roma Capitale “Servizi socio-assistenziali per 196.097.905,07. La segretaria Clara Crocè ha richiesto una audizione alla VI commissione per sollecitare la copertura finanziare delle somme per garantire i servizi sociali nel bilancio 2014. “Non consentiremo nessuna sospensione dei servizi . Il settore e i lavoratori hanno già pagato un prezzo troppo alto a causa di una politica dissennata”.

Durissima contro l’amministrazione la Uil. “Non riusciamo a comprendere chi abbia potuto minimamente pensare di poter finanziare i servizi sociali con la Tasi. La programmazione è atto gestionale disciplinato dalla normativa e che i servizi sociali non possano essere finanziati con i proventi della Tassa sui servizi individuali è previsto dalla legge che non ammette deroghe. L’Amministrazione dal basso invece di fare teatrino chiarisca come intenda garantire la prosecuzione dei servizi sociali e reperire le risorse per i soggetti più deboli, eliminando costi superflui a cominciare dal taglio degli incarichi a legali esterni. Basti pensare che dal primo gennaio 2014 alla data del 5 giugno sono stati conferiti ben 140 incarichi a legali esterni (di cui non risultano pubblicati i curriculum e gli estremi dell’atto in palese violazione alla normativa sulla trasparenza ) per un importo a solo titolo di acconto di circa 435.000 euro”. La responsabile del III Settore della Uil Fpl Laura Strano e il segretario provinciale Pippo Calapai chiedono all’amministrazione di chiarire se i bandi già pubblicati abbiano l’attestazione di regolarità contabile, perché giudicano inaccettabile che ancora ad oggi si possa programmare l’attività del Comune violando la normativa, visto che il Comune versa ancora in una situazione di pre-dissesto”.

Intanto la VI Commissione ai Servizi Sociali presieduta dalla consigliera Donatella Sindoni, su input del collega Franco Mondello, vuole vederci chiaro sulla programmazione dei servizi sociali messa in atto dall’assessore Mantineo.

Sel si chiede invece cosa stia succedendo. Da Casa Serena ai 4 milioni di fondi Pac che il Comune rischia di perdere, fino a questa decisione di togliere i 2 milioni dai servizi sociali, la Federazione provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà vuole capire se si sta giocando sulla pelle dei più deboli. La coordinatrice Daria Lucchesi e il responsabile delle Politiche sociali Giovanni Tomasello non hanno dubbi: “Chi è responsabile di questo scempio deve pagare e che chi è preposto all’organizzazione delle Politiche sociali a qualsiasi livello, se non all’altezza, o impossibilitato a rispettare gli impegni, si dimetta”. Sel rispolvera dai cassetti una vecchia proposta, auspicando che si possa adottare, finalmente, la delibera consiliare n° 28/C del 30 aprile 2008, istitutiva del Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali (CISSA). Consorzio costituito dal Comune di Messina, dai Comuni del Distretto Socio-Sanitario D26, di cui Messina è Comune capofila, dall’Azienda Sanitaria Provinciale, dalla Provincia, dalla Fondazione Conservatori e Scandurra Riuniti, dall’I.P.A.B. di Casa Pia (che oggi non esiste più), dalla Fondazione Città del Ragazzo e dalle Associazioni che allora volontariamente avevano dato disponibilità a farne parte. “Il CISSA avrebbe dovuto gestire tutti i servizi sociali del Comune di Messina e degli altri Comuni del D26, avendo come centralità il servizio alla persona nel segno della dignità. Questa, secondo la nostra Federazione, è l’unica strada per il cambio di rotta nelle politiche sociali in città”.

F.St.