L’Aiace troppo umano di Ritsos alla villa Romana di Patti

Andrà in scena venerdì 7 agosto alle 21 fra i reperti archeologici della Villa Romana di Patti, lo spettacolo Aiace di Ghiannis Ritsos, con Graziano Piazza – attore e regista – e Viola Graziosi: una rilettura della tragedia di Sofocle filtrata dalla lucida e cruda visione dell'uomo moderno dello scrittore novecentesco, considerato uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo.

Dai fasti delle vittorie fino al grottesco e tragico epilogo, la rappresentazione ripercorre la storia di un eroe che si sente inadeguato al proprio ruolo e che rivendica il proprio sentire umano; un eroe che per imposizione di un destino beffardo, che gli ha assegnato un compito troppo più grande di lui, non può permettersi di essere una persona normale, con i problemi e i difetti di tutti.

È un dramma interiore, quello dell'Aiace di Ritsos, che compie gesta ridicole nello sforzo ossessivo di difendere i propri trofei e che alla fine scopre la liberazione nella perdita di ogni cosa. Da una parte l'obbligo di essere un eroe “per forza”, dall'altra l'impotenza della normalità: è in questa dicotomia che si consuma la tragedia di un uomo che combatte le sue vicende quotidiane e che al contempo si confronta con il suo stesso mito.

A ripercorrere le vicende dell'eroe, Aiace tuttavia non è solo. Accanto a lui c'è una donna, che forse è una proiezione, o un miraggio. O forse è il protagonista a essere una proiezione ed è la stessa donna a guardarlo nel suo ricordo, nella domanda di un'assenza, nello sguardo lontano di un incomprensibile suicidio.

Morto ad Atene nel 1990, Ritsos è stato uno dei maggiori poeti greci del secolo scorso. Comunista e scrittore impegnato politicamente, ricevette nove candidature al premio Nobel per la Letteratura senza riuscire mai a vincerlo.