Arci, Arcigay, Cesv e M5S a fianco degli attivisti del Pinelli

Nubi di sgombero all’orizzonte per il Teatro in Fiera Pinelli. L’Autorità Portuale ha invocato l’intervento della Questura in seguito alla riapertura dei locali dell’ex Irrera a Mare ad opera degli occupanti sabato scorso. Le porte dell’Irrera erano state chiuse da dentro, ma questo non ha fermato gli attivisti che in quel padiglione avevano già svolto numerose iniziative fin dalle prime settimane di occupazione. Così dai toni concilianti espressi dal segretario generale Francesco Di Sarcina, l’Autorità Portuale è passata ad una esplicita condanna e ad un durissimo attacco nei confronti dei manifestanti, soprattutto a mezzo stampa. E se nel corso dell’ultima assemblea cittadina – il 10 gennaio – moderata dal consiglio della IV circoscrizione, l’ingegnere Di Sarcina aveva offerto dialogo e collaborazione, adesso l’ente che ha in gestione l’area in cui ricade la cittadella fieristica vuole lo sgombero. Un cambiamento repentino secondo i membri del Pinelli, che parlano di “assoluta mancanza di corrispondenza tra le parole pronunciate pubblicamente e i gesti concreti di chiusura al dialogo”. Gli attivisti fanno notare, in polemica con gli articoli letti in mattinata, che: “Il teatro Pinelli non ha nessun “responsabile del gruppo rapporti con i media”.

Fatti i conti con la stampa locale, i membri del Pinelli annunciano il progetto di costituzione di un comitato aperto, che serva da base giuridica per iniziare “un percorso costituente per il riconoscimento del teatro in fiera Pinelli, dell'ex Irrera a mare e dell'area della Fiera come beni comuni, non solo per difenderli nell'interesse di tutti dall'incuria e dalle speculazioni a cui sono stati esposti dalle politiche cittadine, ma anche per rivitalizzarli nella pratica”.

A ribadire l’appoggio agli attivisti che ormai un mese fa hanno riportato in vita dopo diciassette anni il Teatro in Fiera e acceso i riflettori sul destino dell’intera cittadella fieristica, le associazioni Arci, Arcigay e Cesv. Sostenitori della prima ora, non si lasciano impressionare dal gesto di sabato scorso che ha visto gli attivisti riaprire l’Irrera a Mare, contrariamente IV quartiere, che aveva solidarizzato con l’iniziativa salvo poi “stigmatizzarla”.

“La richiesta dell'Autorità portuale contraddice le affermazioni riportate pubblicamente dal suo rappresentante in occasione dell'assemblea cittadina con la IV Circoscrizione e tradisce il percorso di confronto avviato tra le istituzioni e i cittadini e le cittadine impegnati direttamente o indirettamente nel recupero della zona fieristica”, denuncia in un comunicato il circolo Arci Thomas Sankara di Messina che conclude il suo comunicato di appoggio agli occupanti con tre richieste alle tre istituzioni principalmente coinvolte: “Chiediamo al Presidente dell'Autorità Portuale di tenere fede alla parola data e al Prefetto di Messina di compiere quell'esercizio di mediazione attribuitogli dalla nostra democrazia, al Questore di evitare azioni che contraddicono l'immagine di una città aperta al dialogo e al confronto”.

Dello stesso avviso è il presidente dell’Arcigay Makwan di Messina, Rosario Duca. “Triste sarebbe un altra Diaz – ammonisce Rosario Duca – “ le istituzioni ci pensino bene e riaprono il dialogo sedendosi di nuovo al tavolo delle trattative con i liberatori (così vanno chiamati gli occupanti) e non cerchino un braccio di ferro che a nulla di buono porterebbe. Restituiscano la fruibilità del bene comuni ai Messinesi senza cancelli e condizioni".

E volto a scongiurare l’uso della forza è anche l’appello che il docente Antonino Mantineo, presidente del Cesv, ha inoltrato al Prefetto, al Questore e al Presidente dell’Autorità Portuale. Anche Mantineo suggerisce la strada del dialogo: “ Si raccomanda il metodo della concertazione e del dialogo tra tutti i soggetti, scongiurando ogni intervento repressivo e della forza che potrebbe costituire grave minaccia al confronto democratico, civile e propositivo come quello dimostrato da tutte le forze in campo in questo mese di occupazione e di confronto.”

Solidarietà arriva anche dal Movimento 5 Stelle: "Vogliamo esprimere, come già fatto durante le assemblee svolte in queste settimane presso i locali della Fiera e tramite una interrogazione parlamentare presso l'Assemblea Regionale Siciliana, piena solidarietà al collettivo cittadino. La riesumazione di un cadavere è un lavoro crudele ma necessario, specie quando questo decesso rappresenta il simbolo evidente del degrado di questa Regione, di questa Città, quando questo simbolo si aggiunge ad una lunga serie di altri simboli di una Messina che era “Protometropoli dell’impero bizantino” e che oggi rappresenta malamente una “porta sgangherata della Sicilia”. Un cadavere che senza l’interesse e la volontà dei nostri concittadini del collettivo sarebbe rimasto tale chissà per quanti decenni ancora. Alla solidarietà oggi si associano però stupore, rincrescimento e disapprovazione in merito ad un imminente sgombero del Teatro in Fiera. Per questo chiediamo a tutti i cittadini, le associazioni, le forze politiche e le parti sociali di sostenere il nuovo Teatro in Fiera Pinelli ed auspichiamo fortemente che le istituzioni evitino l’innalzamento di una tensione sociale riportando il tutto sui binari del dialogo e del rispetto reciproco fino ad ora assicurato. Riesumare i morti è un lavoro crudele, scomodo ma che prima o poi qualcuno deve fare se non si vuole solo continuare a seppellire".

Gli attivisti ricordano, infine, gli attestati di stima e la solidarietà raccolti nel corso dell’ultima assemblea cittadina da parte di tantissimi rappresentanti del mondo istituzionale e della società civile. Ma se il 10 si parlava di dialogo, quattro giorni dopo si parla di sgombero. E mentre gli attivisti temono di vedere chiusa nel peggiore dei modi un’esperienza che considerano tanto ricca e stimolante, il Teatro in Fiera, neo battezzato Pinelli, festeggia il suo meseversario con una giornata di iniziative, performance e spettacoli, dalla mattina fino a sera. (Eleonora Corace)