“Riccardo III. Suite d’un mariage” farà tappa a Noto

“Riccardo III. Suite d’un mariage” farà tappa a Noto

Redazione cultura

“Riccardo III. Suite d’un mariage” farà tappa a Noto

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giovedì 06 Dicembre 2018 - 06:19

Lo spettacolo della compagnia QA-QuasiAnonimaProduzioni verrà rappresentato al Teatro Tina di Lorenzo

Dopo il debutto nazionale dello scorso 18 novembre alla Chiesa di Santa Maria Alemanna, che ha registrato il sold-out e riscosso calorosi applausi, Riccardo III. Suite d’un mariage verrà rappresentato venerdì 7 dicembre al Teatro Tina di Lorenzo di Noto. La rappresentazione messinese aveva inaugurato la sesta edizione di Atto unico. Scene di vita. Vita di scena, rassegna dedicata quest’anno al tradimento, analizzato in ogni sua sfaccettatura sia attraverso le cinque opere teatrale in tabellone che con le seguenti tavole rotonde, composte da docenti universitari, artisti e intellettuali impegnati a discutere sul tema generale e sugli spunti sollevati da ogni spettacolo.

Riccardo III. Suite d’un mariage è scritto e diretto da Auretta Sterrantino, regista e drammaturgo, con alle spalle una lunga collaborazione con la Fondazione INDA, per la quale tuttora insegna storia del teatro e messinscena tragica all’ADDA. La pièce è interpretata da Michele Carvello e Giulia Messina, entrambi provenienti dall’Accademia del Dramma Antico della Fondazione INDA di Siracusa; le musiche sono di Filippo La Marca – compositore, direttore d’orchestra, insegna pianoforte presso istituti di alta formazione e conservatori – e Vincenzo Quadarella – quest’ultimo, scrittore, compositore di musiche per il teatro, ha all’attivo tre album, è ingegnere del suono e responsabile audio alla Fondazione Inda. L’allestimento è di Valeria Mendolia; la produzione è di QA-QuasiAnonimaProduzioni; le foto di Giuseppe Contarini.

La genesi dello spettacolo è stata caratterizzata da uno studio che ha coinvolto gli artisti in tre suggestive tappe siciliane – il 30 agosto a Capo Rasocolmo, il 6 settembre a Capo Peloro e il 29 settembre in provincia di Caltanissetta, e il risultato finale è un lavoro teatrale di grande enfasi estetica, che esplora e riesce a far dialogare corpo-voce e luci-suoni-musica e che ha riscosso grande consenso da parte della critica specialistica.

L’autrice e regista dichiara: “Ho cercato di lavorare sul contrasto di fondo che anima la grande contraddizione di una vittima che sceglie di amare il proprio carnefice. La stabilità diventa un goffo tentativo di sopire sentimenti troppo contrastanti e dolorosi che vanno scoperchiati attraverso il rispecchiamento e ogni possibile e sincero artificio retorico. Le parole tornano ogni volta diverse ed è proprio nella ripetizione, nell’apparenza di un cerchio immutabile che tutto invece cambia, rimanendo in fondo se stesso ma con ragioni differenti”.

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