L’assessore Tranchida presenta un emendamento da 500 mila euro in favore del “Vittorio”

Nel bilancio regionale potrebbe riapparire il capitolo di spesa sui fondi integrativi a favore dell’Ente Autonomo Teatro Vittorio Emanuele di Messina e del Teatro di Adrano . A volerlo ripristinare, colui il quale lo aveva soppresso, vale a dire l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, il messinese Daniele Tranchida. Venerdì scorso, l’esponente della giunta Lombardo ha infatti presentato in Commissione Bilancio un emendamento al ddl 900/A “Norme in materia di entrate. Finanziamento leggi di spesa” della Regione Siciliana, che domani torna in discussione all’Ars. In totale si tratta di risorse per 650 mila euro di cui 500 andrebbero all’Ente teatrale in riva allo Stretto e 150 al teatro della cittadina catanese. «Con questo nuovo stanziamento i fondi a disposizione del teatro Vittorio Emanuele di Messina –dice Tranchida – salgono a 6 milioni e 100 mila euro mentre il teatro di Adrano potrà continuare la propria programmazione. In attesa di un parere della Commissione Bilancio è anche un’altra norma proposta dal governo per finanziamenti urgenti a favore degli Enti lirici e degli altri teatri regionali».

La notizia viene accolta con ilarità dal deputato regionale dell’Udc Giovanni Aridzzone, primo firmatario di un altro emendamento “salva teatro” (vedi correlato), anch’esso attualmente in commissione in attesa di essere discusso e votato , che prevede uno stanziamento da parte delle Regione di 1,5 milioni di euro, cifra sufficiente e necessaria per consentire la prosecuzione di tutti gli spettacoli in programma al Vittorio Emanuele per la stagione 2012, altrimenti a rischio. L’onorevole centrista rilascia un commento piuttosto pungente sull’emendamento presentato da Tranchida : «Solo con la giunta Lombardo si poteva avere un assessore che emenda se stesso. Al peggio non c’è mai fine».

Al di là delle battute, è piuttosto singolare che un assessore presenti un emendamento all’Ars per modificare quella parte della normativa che lui stesso aveva contribuito a scrivere, proprio in virtù delle sue deleghe. E poi perché presentare un emendamento da 500 mila euro, quando ce n’è già uno che prevede un finanziamento nettamente superiore? (Danila La Torre)