Messina “capitale” della sperimentazione. Inaugurato il Centro Prove del Cnr

Duemila metri quadri di superficie, tra uffici e aule per la formazione tecnica e nove laboratori completi di stazioni di prova al top della tecnologia. Sono questi i numeri del nuovo ‘Centro prove di tecnologie avanzate per l’energia’ dell’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia del Consiglio nazionale delle ricerche (Itae-Cnr) di Messina.

Un ‘gioiello’ costato 11 milioni e 800 mila euro e realizzato grazie al supporto economico fornito dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dalla Regione Sicilia e dal Cnr.

“Il nuovo centro è un vero proprio generatore di possibilità non solo per la ricerca ma anche per il futuro sviluppo di tutta la Sicilia”, dichiara il presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Siamo certi che il polo contribuirà a dare maggior impulso all’internazionalizzazione del sistema ricerca e a incrementare innovazione e crescita per tutto il Paese”.

“Il Centro è un polo scientifico-tecnologico pensato e realizzato con un duplice obiettivo”sottolinea Gaetano Cacciola, direttore dell’Itae-Cnr, “da un lato quello di attrarre aziende europee che vengano qui a sperimentare le nuove tecnologie e i loro nuovi prodotti prima della commercializzazione, dall’altro quello di incentivare queste imprese a investire da noi individuando siti idonei”.

La prima pietra del Centro è stata posata nel 2009. Dal 2011 al 2013 è stata la volta dei collaudi della struttura e delle apparecchiature che hanno permesso oggi, di portare al tanto atteso taglio del nastro. La progettazione è stata pensata non tralasciando nessun dettaglio e con un occhio attento alle reali esigenze della ricerca sperimentale, alla sicurezza e alla riservatezza per le imprese.

A Santa Lucia sopra Contesse, dove sorge il centro, proprio di fronte alla sede del Cnr, sarà possibile testare ‘powertrain’ per veicoli elettrici ed ibridi, generatori di idrogeno alimentati da combustibili tradizionali e biocombustibili o da fonti rinnovabili mediante elettrolizzatori, gassificatori per biomasse e accumulatori di idrogeno, celle a combustibile ad elettrolita polimerico (Pefc), celle a combustibile ad alta temperatura (Sofc), batterie per applicazioni stazionarie e mobilità elettrica, integrazione di fonti rinnovabili con sistemi di generazione ed accumulo, sistemi cogenerativi e trigenerativi, pompe di calore ad assorbimento e adsorbimento.

“Il taglio del nastro è solo il primo traguardo”, conclude Cacciola. “Il nostro prossimo obiettivo è fare in modo che il centro, oltre a testare i prodotti, possa anche rilasciare le certificazioni necessarie al loro utilizzo”.

E domani, a partire dalle 9, si terrà il seminario di presentazione dei “Progetti PON per lo sviluppo ed il potenziamento dei Distretti Tecnologici siciliani”. Si tratta di progetti di ricerca che hanno ottenuto il finanziamento della Comunità Europea per il triennio 2012/2015 per un importo di 110 milioni di euro su circa150 di investimento complessivo. “Una cifra importante- evidenzia il responsabile del distretto di Messina ing. Daniele Noè- che, di fatto, consente davvero alle imprese di occuparsi di ricerca e nuove tecnologie”.

I distretti sono delle vere e proprie società consortili costituite da grandi imprese, Enti (Università e Centri di Ricerca pubblici), associazioni di categoria e Regione. Il loro scopo è duplice: da un lato, sostenere lo sviluppo dell’attività di ricerca scientifica e innovazione secondo una logica di distretto tecnologico di filiera, in grado di valorizzare alcune vocazioni del territorio regionale, in un’ottica di incremento della competitività del sistema socioeconomico siciliano in ambito Comunitario e internazionale e, dall’altro, sostenere la collaborazionee il trasferimento tecnologico tra università, Centri di ricerca pubblici e privati e settori produttivi. Rivestono un ruolo fondamentale sopratutto perché rappresentano un canale “accreditato” per ottenere finanziamenti a livello europeo.

In Italia sono circa 20 i distretti tecnologici. In Sicilia sono stati istituiti nel 2008 grazie ad un Accordo di programma siglato tra lo Stato e la Regione e sono tre: a Messina, Catania e Palermo. Il distretto di Catania si occupa di Micro e Nano Sistemi; quello di Palermo di AgroBio e Pesca Ecocompatibile e quello di Messina di Trasporti Navali Commerciali e da Diporto.