Dissesto: il ministero dice no alla richiesta di Accorinti e rinvia la lettera alla Corte dei Conti

Arriva la tegola sul rischio dissesto. La lettera del sindaco con la quale veniva chiesto al Ministero di consentire alla nuova amministrazione di presentare un nuovo piano di rientro in alternativa al “piano Croce”, non ha avuto il via libera della Commissione ministeriale che l’ha spedita alla Corte dei Conti. Sarà quindi la magistratura contabile a decidere il da farsi.

“La Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti Locali del Ministero dell’Interno, riunitasi martedì 30 luglio, con il parere contrario del rappresentante dell’ANCI, dott.ssa Francesca Proia, e del sottosegretario, on. Gianpiero Bocci– si legge nel comunicato stampa del Comune- ha ritenuto di non rinviare l’istruttoria del “piano-Croce”, rimettendo alla Corte dei Conti la valutazione della lettera del sindaco di Messina, Renato Accorinti, che informava del fatto che l’amministrazione sta procedendo alle due diligence della massa debitoria e conseguentemente alla rimodulazione del piano stesso”.

La notizia non è affatto buona, è un duro colpo sul percorso che porta dritto al dissesto, anche perché, come si è visto la Corte dei Conti ha adottato parametri abbastanza rigidi per Palazzo Zanca. Adesso l’organo di controllo ha trenta giorni di tempo per esprimersi e decidere se accogliere o meno la richiesta della nuova amministrazione di presentare un nuovo piano di rientro per accedere al salva-comuni.

“La Commissione, riconoscendo anche il lavoro che l’attuale amministrazione comunale sta svolgendo per migliorare strutturalmente il piano di rientro, ha anche chiesto alla Corte di pronunciarsi sulla lettera, con la quale il sindaco Accorinti ha comunicato l’attività in corso di svolgimento, indicando il contesto normativo entro cui tale azione si incardina (art. 4-bis del Dlgs 06/09/2011 n. 149)”.

Se non dovesse essere accolta la richiesta del primo cittadino, con ogni probabilità l’esame del piano Croce, così come è stato redatto, è destinato alla bocciatura e quindi lo spettro del dissesto diventerà concreto. Ma al Comune si cerca di essere ottimisti e trovare comunque una soluzione, fornita da una recente sentenza della Corte Costituzionale

“Sotto il profilo pratico – ha evidenziato il vicesindaco Guido Signorino – la recente sentenza della Corte Costituzionale non consente alla magistratura contabile di imporre ai Comuni delle Regioni a statuto speciale la dichiarazione dello stato di dissesto. Da questo punto di vista sembra esservi un vuoto normativo, che sarebbe opportuno colmare in maniera tempestiva, accogliendo il principio che le amministrazioni di nuovo insediamento hanno diritto, coerentemente alla disciplina che regola gli obblighi di avvio del mandato, ad intervenire su importanti atti che rischiano di pregiudicare in maniera esiziale l’azione politica e amministrativa di una intera legislatura. Si tratterebbe di un intervento che tutela la responsabilità politica degli organi rappresentativi su base locale e, in ultima istanza, una parte sostanziale dello stesso principio di democrazia. L’auspicio è che, comunque, la Corte dei Conti si pronunci in maniera favorevole circa la procedura attuata dall’amministrazione comunale, concedendo il tempo della <relazione di inizio mandato> (fine settembre) per l’avvio della predisposizione di un nuovo piano di rientro”.

Insomma, per la giunta Accorinti non tutto è perduto e ci sono i margini per allontanare l’ombra del default. Ma da oggi scatta un conto alla rovescia che non lascia sereni, perché entro un mese la Corte dei Conti deciderà le sorti di Palazzo Zanca. Se dovesse rigettare la richiesta del sindaco, a conti fatti, segnerebbe il destino del Comune.

Rosaria Brancato