Nella guerra dei rifiuti spunta uno striscione contro i consiglieri

Uno striscione comparso a piazza Cairoli contro i consiglieri comunali. Un messaggio pesantissimo: consiglieri assenteisti, i rifiuti siete voi. Non si sa chi abbia voluto lanciare questo segnale chiaro e diretto a quei consiglieri che da settimane rinviano la decisione sul futuro della gestione rifiuti. «Non siamo stati noi» sottolineano i lavoratori di Messinambiente che ormai da ieri presidiano Palazzo Zanca. «Abbiamo già sentito che qualche consigliere ha iniziato a dichiarare che dietro quello striscione ci sono di sicuro i lavoratori, ma non siamo stati noi» dicono mentre si aggirano per il secondo giorno consecutivo nei corridoi del Comune. Hanno deciso di avviare questa protesta silenziosa e ordinata perché stanno aspettando di capire cosa ha intenzione di fare ancora il consiglio. Nelle ultime due settimane sono state numerose le sedute dedicate alla nuova società rifiuti ma mai il numero dei presenti in aula è bastato per riuscire a votare l’atto che contiene il contratto di servizio e l’affidamento dei servizi di igiene ambientale. Si sono scatenate dure reazioni da parte di lavoratori e sindacati, hanno è iniziata una nuova protesta che punta più a dimostrare che i lavoratori ci sono e sono sempre lì a controllare cosa si intende fare tra gli scranni dell’aula. Perché è da lì che dipende il loro futuro occupazionale, così come sempre da lì passa anche il futuro della gestione dei rifiuti.

Ieri pomeriggio la Cgil e la federazione della Funzione Pubblica hano inviato una nota al Prefetto e alla Commissione nazionale per il diritto allo sciopero per «segnalare il grave clima di tensione sociale vissuto dai lavoratori a causa del comportamenti assunti dai Consiglieri comunali, i quali disertano i lavori del Consiglio Comunale, convocati per definire l`affidamento del servizio alla nuova società». I sindacalisti hanno scritto che «le continue assenze dei consiglieri comunali, oltre a provocare danno erariale, turbano o interrompono la regolarità dell`erogazione dei servizi pubblici essenziali». Una nota con cui è stato proclamato lo stato di agitazione.

Domani il consiglio tornerà a riunirsi in sessione ordinaria. Quindi, a differenza di quanto è accaduto la settimana scorsa, niente seduta urgente e straordinaria dedicata ad hoc alla MessinaServizi. Si ricomincia con il solito lungo elenco di atti all’ordine del giorno. Quindi non si esclude che qualche consigliere comunale, che invece punta ad arrivare presto al voto, chieda il prelievo della delibera. A quel punto dovrebbe trovare il voto positivo dell’aula e solo allora si riaprirebbe il discorso sulla società rifiuti. Il problema però sono i numeri: fino ad una settimana fa 9 sì erano praticamente sicuri, quindi con una votazione con una presenza minima di 16 componenti l’atto sarebbe passato. Oggi però a quanto pare non è più così e il provvedimento è a serio rischio.
Tra l’altro pare che di punto in bianco si siano triplicati i dubbi tra i consiglieri comunali, nonostante si continui a parlare di un atto che è stato varato nel settembre dello scorso anno e che quindi poteva essere aggiustato, cambiato, cassato già da tempo. Poi non si comprende davvero perché il consiglio allora abbia deciso di votare la costituzione di una nuova società per poi lasciarla vuota e senza alcun senso, considerato anche che nel frattempo è stata costituita e sono già iniziate anche le spese per una società che rischia di rimanere ferma ancora per chissà quanto tempo.

Oggi Peppuccio Santalco ha dichiarato che “qualcuno vuole costringere i consiglieri a votare a tutti i costi, dimenticando che a volte la non presenza in aula è espressione di una posizione politica precisa e di democrazia”. Per Santalco questa delibera si può salvare solo se decide di istituire un tavolo terzo, magari sotto la regia della Prefettura, per provare a correggere tutti quegli elementi che creano dubbi e che stanno bloccando questo iter. Una proposta forse tardiva, visto che nel frattempo sono passati giù quasi quattro mesi da quando la stessa aula varò la MessinaServizi Bene Comune. A questo punto resta solo un mese di vita a Messinambiente, l’ordinanza che affida i servizi in via straordinaria scade il 30 giugno. E poi? Questo è tutto un mistero.

Un appello al voto «per alzare il velo su quello che è il vero problema della nuova Messina Servizi e per evitare che i nodi reali restino nascosti e che le responsabilità vengano attribuite solo al Consiglio comunale» arriva dal segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese che invita i consiglieri comunali a votare la delibera sulla Messina Servizi. «Si discute tanto del passaggio dei lavoratori, dei beni strumentali e dei mezzi – sottolinea Genovese – ma il nodo è legato ai tempi e alla necessità di mantenere la continuità aziendale, l’unica soluzione praticabile per salvare la forza lavoro».

«L’approvazione della delibera – aggiunge il segretario della Cisl – non è la soluzione che potrà aiutare la città a uscire dall’emergenza nel breve periodo perché Messina Servizi prima che possa operare necessita di una serie di provvedimenti amministrativi per ottenere i quali i tempi non sono celeri e quindi sarà inevitabile, ma purtroppo necessario, procedere ad un’altra proroga, l’ennesima».

Ma Genovese pone l’accento anche sulle ipotesi in campo per il concordato fallimentare di Messinambiente. «C’è il serio rischio per quei lavoratori assunti dopo il 2009, quasi 100 dipendenti, di non mantenere il posto di lavoro. Per questo sarebbe opportuno prevedere una soluzione che preveda continuità gestionale, ovvero un “concordato con continuità”, per determinare il passaggio diretto da Messinambiente a MessinaServizi sia dei beni essenziali per lo svolgimento dell’attività di impresa, sia dei lavoratori ai quali l’Amministrazione Accorinti deve dire quali sono i tempi, i modi e le opzioni sul tavolo che li garantisca evitando di far diventare gli stessi lavoratori ostaggio di conflitti politici e di presunzioni ideologiche che nulla hanno a che fare con le tutele e le garanzie occupazionali e il diritto della cittadinanza di avere un servizio efficiente, con strade pulite».

Francesca Stornante