Teatro, entrano i giornalisti all’incontro e Ordile abbandona l’ufficio

Il presidente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele Luciano Ordile non gradisce la presenza della stampa all’incontro con i sindacati, così, dopo uno scambio vivace di battute si alza e se ne va. La scena si ripete, con toni accesi, per ben due volte, lasciando attoniti non solo i sindacalisti ed i lavoratori, ma lo stesso sovrintendente Paolo Magaudda, che non riesce a fargli cambiare idea. Al presidente Ordile, umilmente, vogliamo ricordare che la situazione del Vittorio Emanuele è sotto gli occhi di tutti e che i giornalisti si limitano ad informare i messinesi di come l’agonia dell’Ente continui senza che nessuno dei deputati o della classe politica cittadina muova un dito. Riassumendo l’accaduto: stamane alle 10 i lavoratori insieme ai rappresentanti sindacali Cgil, Uil, Cisal e Sadirs (Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla, Osvaldo Smiroldo) hanno effettuato una sorta di flash-mob, peraltro mai annunciato ai cronisti, recandosi nell’ufficio di Presidenza per chiedere chiarimenti sulle questioni ancora aperte e cioè stipendi arretrati, contributi Inps, pianta organica. Ma non appena nell’ufficio insieme ai sindacati ed ai lavoratori è entrata anche una telecamera, una giornalista e due fotografi il presidente Luciano Ordile è andato su tutte le furie: “O resta la stampa o resto io. O se ne vanno i giornalisti o me ne vado io”, quasi le sorti dell’Ente e dei lavoratori fossero un fatto privato per pochi intimi. Detto fatto, per ben due volte l’allergia del presidente alla stampa (già evidenziata in precedenti incontri) lo ha portato ad alzarsi ed a lasciare l’incontro, sotto gli occhi esterrefatti del sovrintendente Magaudda. Le motivazioni di questo comportamento restano ignote, dal momento che non si doveva discutere del Terzo segreto di Fatima ma degli stipendi che la Regione non ha ancora inviato a Messina, nonché delle risorse e dei tagli, fatti questi che ogni giorno sono su tutti i media. Uscito di scena Ordile la tensione è salita alle stelle tra i presenti, dirigenti e funzionari e lavoratori. Prendiamo atto della decisione di Ordile e ci limitiamo quindi a riportare le sole ragioni dei sindacati, perché, è noto, gli assenti hanno sempre torto, soprattutto quando ricoprono ruoli apicali di grande responsabilità e di questo devono sempre tenere conto sia nei confronti dei dipendenti che della città intera. “A 100 giorni dall’inizio dell’anno- scrivono Giuseppe Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo- volevamo fare il punto della situazione perché restano ancora insolute questioni storiche, come la mancanza di pianta organica e l’equiparazione ai ruoli regionali”. Le quattro sigle sindacali ricordano che i dipendenti non prendono stipendio da due mesi mentre i precari non solo non hanno percepito gli arretrati ma non possono usufruire dell’indennità di disoccupazione, perché la dirigenza non ha versato i contributi Inps. Insomma, il danno e la beffa. Ma i sindacati si chiedono anche cosa abbia prodotto in tre mesi il famoso “tavolo tecnico permanente” con la Cisl e la Cisal se non enunciazioni.

“Presidente, sovrintendente e quel che resta del Cda-si legge nel comunicato- continuano a dimostrare la loro incapacità e le dimissioni della vicepresidente Daniela Faranda con le motivazioni addotte bastano a dimostrare il clima con cui è stato gestito l’Ente. I deputati regionali hanno fatto poco o nulla per porre rimedio ad una situazione grottesca. Solo alcuni hanno espresso, episodicamente, opinioni di facciata, visti i risultati”.

Cgil, Uil, Cisal e Sadirs ne hanno anche per Crocetta che a più riprese ed in ultimo durante la campagna elettorale per le Politiche ha annunciato di voler risolvere il caso, anche attraverso il commissariamento del Teatro. Poi però è calato il silenzio.

“Il governatore sta commissariando tutto tranne il Vittorio Emanuele-continua la nota- Cosa lo frena? Interessi che s’intrecciano, suo malgrado, con personaggi appartenenti alla mala politica? E se così fosse, basta per mettere sul piatto delle contropartite elettorali il Teatro, i lavoratori e la cultura?”.

Già, le elezioni. Sindacati e lavoratori del Vittorio sottolineano alla classe politica che le amministrative sono alle porte e che sapranno ricordarsi di chi ha fatto, quanto ha fatto, o non ha fatto per il Teatro. Le promesse e le parole, nessuna delle quali mantenuta non bastano più. I fatti concreti sono più reali e pesanti.

“Le azioni di protesta proseguono e si fermeranno solo quando avremo dirigenti degni di questo ruolo, capaci e competenti che sappiano affrontare con serietà le varie questioni”.

Presidente Ordile, il problema del Vittorio Emanuele non è la stampa o quel che racconta. Il problema sono le macerie che nessuno vede e nessun vuol togliere per costruire un percorso diverso. I giornalisti riportano quel che vedono e quel che accade e se il Teatro cade pezzo per pezzo sotto gli occhi di un’intera classe politica cieca e sorda non è colpa di chi lo scrive. O di chi si oppone.

Rosaria Brancato