L’affidamento in concessione per salvare Casa Serena

L’affidamento in concessione per la gestione di Casa Serena. E’ quanto propongono i consiglieri Nello Pergolizzi e Felice Calabrò in una proposta di deliberazione inviata al commissario del Comune, Luigi Croce.

I due consiglieri partono dal presupposto che a Casa Serena “sono attualmente assistiti 102 anziani, che considerano la casa di riposo come la loro abitazione, dove dimorare fino al termine dell'esistenza e dove si sono costruiti un sistema di relazioni sociali”.

Sradicare 102 anziani dalla propria abitazione non è il massimo che una società civile possa offrire ed allora non resta altro che trovare delle soluzioni alternative e bisogna farlo in fretta anche in considerazione del fatto che il 31 dicembre, quindi tra un mese, scade l’attuale affidamento.

La soluzione sembrava essere stata trovata: 700mila euro per la messa in sicurezza e lavori da eseguire a step in modo tale da operare anche con gli anziani all’interno della struttura. Soluzione che, a quanto pare, è tramontata. La cifra è lievitata sino a 2 milioni, somma che il Comune sicuramente non ha, anche in considerazione del fatto che non è stato approvato il bilancio previsionale.

Fare una nuova gara d’appalto, allora, è in questo momento impossibile. “Proponiamo una soluzione semplice – dichiara il consigliere Nello Pergolizzi – che molti Comuni hanno già attuato. Si dà la gestione ad un affidatario privato che paga delle somme al Comune e gestisce la struttura in modo sicuramente migliore di quanto possa fare il pubblico. Possiamo fare una gara al rialzo, incamerando risorse e garantendo l’occupazione, secondo i limiti delle norme vigenti, e garantendo anche agli anziani di restare nella loro “casa”, mantenendo dei posti a tariffa agevolata per le fasce di reddito più basse”.

Secondo il consigliere Pergolizzi la soluzione sarebbe immediata: “Si potrebbe fare il bando già da domani. Della ristrutturazione se ne occuperebbe l’affidatario e andremmo anche incontro alle direttive della Corte dei Conti per agevolare il riequilibrio del bilancio, dato che risparmieremmo i 4 milioni e 400 mila euro all’anno che il Comune paga per Casa Serena. Anzi, le risorse si potrebbero addirittura incamerare con un canone annuo di gestione, oltre alla salvaguardia del lavoro e degli anziani”.

Scrivono Pergolizzi e Calabrò: “La convenienza della concessione della struttura è evidente. E’ un contratto che presenta le stesse caratteristiche della gara d’appalto, ad eccezion fatta che la controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente il servizio. In più il rischio d’impresa viene assunto dal concessionario, sia per quanto riguarda la riscossione delle rette sia per la remunerazione degli eventuali servizi aggiuntivi. Il concessionario viene remunerato esclusivamente mediante la riscossione delle rette”.

In sostanza, per gli utenti del servizio non cambierebbe nulla, mentre il Comune risparmierebbe la cifra di 4 milioni e 400mila euro annui e avrebbe la competenza di vigilare sui servizi resi dall’affidatario.

I due consiglieri chiedono allora al commissario Croce di demandare al dirigente del dipartimento servizi sociali, Salvatore De Francesco, “l’adozione di tutti gli atti amministrativi necessari per l’individuazione del concessionario, compresa la determinazione a contrattare la stipula del relativo contratto di servizio e l’organizzazione del servizio”.

E per De Francesco quella proposta può essere un tentativo da fare, ma non è semplice: “E’ una soluzione che avevamo concordato già col commissario Croce, ma non è facile da attuare, bisogna valutare il quadro economico e l’ufficio ci sta già lavorando. E’ ovvio che un privato partecipa alla gara solo se ha una convenienza economica e dovrà spendere subito i 2 milioni per l’adeguamento e circa 4 milioni per la gestione del primo anno. Quindi solo nel primo anno dovrà spendere 6 milioni, per gli anni a seguire 4 milioni. Se il privato come unico guadagno ha gli introiti delle rette, quanto deve farle pagare? Noi abbiamo l’obbligo di non far pagare agli utenti più di 1.200 euro mensili o comunque al massimo una cifra di poco superiore. Il guadagno può essere proiettato su un elevato numero di anni, 30 o 40, viceversa la gara andrebbe quasi certamente deserta. Non è possibile neanche aumentare chissà quanto il numero dei posti. Attualmente è di 130, quindi ci sarebbero 28 posti liberi, ma coi lavori di messa a norma, potrebbe scendere all’incirca a 110, molto simile al numero degli anziani attualmente presenti. In ogni caso, l’ufficio sta già valutando la fattibilità della proposta e tra pochi giorni avremo un quadro più chiaro”.

(Marco Ipsale)