Tirreno

Terme “abusive” a Vulcano, slitta decisione del giudice su pozza di fanghi sequestrata

VULCANO – Resta sospesa la decisione del giudice di Barcellona sulla pozza dei fanghi sequestrata nel 2020 dopo un sopralluogo che ha fatto sospettare si trattasse di opere abusive. Per il momento, quindi, il laghetto termale della Geoterme resta ancora chiuso. All’udienza preliminare, infatti, il giudice Giuseppe Sidoti ha disposto alcune perizie perché vuole approfondire la questione, Ha quindi incaricato Rocco Crinni e agli ingegneri dell’Università di Palermo, Giuseppe Pellitteri e Antonio Barcellona, di effettuare un nuovo sopralluogo e stilare una perizia che renda chiaro qual è lo stato delle opere e dei luoghi, oggi e com’era all’epoca ovviamente.

Le ipotesi di reato al vaglio sono presunti abusi edilizi compiuti in area di grande valenza naturalistica e paesaggistica. Gli indagati, a vario titolo, sono: Gustavo Conti, amministratore della società Geoterme, l’amministratore Angelo Ferlazzo, il progettista Emanuele Carnevale e Carlo Chiofalo, locatario di un piccolo immobile che secondo la Procura di Barcellona era stato “ampliato” e modificato senza le autorizzazioni del Genio Civile.

Ad occuparsi del caso è il sostituto procuratore Carlo Bray, che tornerà in aula il prossimo 18 aprile quando probabilmente saranno sentiti i tecnici. Impegnati nelle difese gli avvocati: Francesco Rizzo, Nello Cassata, Saro Venuto, Alessandro Billè e Antonio Pennisi.