Capo Peloro, un angolo di paradiso diventato «inferno»

Capo Peloro è uno dei luoghi simbolo di Messina, dove le bellezze naturalistiche, con il Mar Ionio ed il Mar Tirreno che si “abbracciano”, si intrecciano con la storia e i miti di Scilla e Cariddi. Lo status di riserva naturale dovrebbe in teoria proteggere l’area che gira attorno al Pilone da interventi e azioni che possano alterare la conservazione dell’ambiente. In teoria, perché nella pratica a farla da padrone sono degrado, incuria e sacche di illegalità.

«Ma quale Oasi protetta? Qui c'è l'inferno! Ambulantato selvaggio e abusivo, venditori di tutto, sporcizia, verde abbandonato alle sterpaglie, macerie industriali, frastuono, caos, la notte centinaia di giovani, motorini e mini car con altoparlanti da discoteca, antifurti impazziti, ambulanze che fanno la spola con il Papardo raccogliendo giovani vittime dello "sballo" (solo birra?)e un lido che invece di fare solo il lido si trasforma in discoteca fino all'alba. Ma nessuno interviene. Né quelli che c'erano prima né quelli di adesso!» tuona con un post su Fb Gabriele Siracusano, presidente dell’Atm ai tempi della giunta Providenti e residente a Torre faro.

Allo sfogo di Siracusano segue l’appello di Paolo Alibrandi (nella foto), segretario e cofondatore della Pro Loco Capo Peloro, anche lui residente del borgo marinaro, che sottolinea l’urgenza di bonificare la zona per restituirle decoro e renderla attrattiva per i messinesi e per i turisti .

Alibrandi invita infatti l’amministrazione a dare a alla Pro Loco la gestione di tutta l’area del Lanternino , affinché l’associazione possa portare avanti quel progetto rimasto nei cassetti del Comune di reinstallazione degli antichi cannoni navali risalenti al XVII e al XVIII secolo, restaurati e attualmente custoditi al Forte San Salvatore. «Dobbiamo fare in modo che l’area Capo peloro diventi un centro di attrazione storico -culturale da visitare tutto l’anno. La pro loco è nata per incentivare la promozione e lo sviluppo di questo territorio, quindi sarebbe il soggetto più adatto a gestire l’area».

Alibrandi è tuttavia convinto che la Pro loco dovrebbe lavorare non da sola ma in sinergia con tutte le istituzioni, in primis con la circoscrizione.

Nei prossimi giorni si terrà un incontro a Palazzo Zanca per fare il punto sulla situazione. La speranza è che dalla riunione possano venir fuori soluzioni che gettino le basi per la “rinascita” di Capo Peloro, un angolo di paradiso trasformato in terra di nessuno. Dove l’anarchia è l’unica legge che vige e tutti applicano.

Danila La Torre