Nulla di fatto nell’area sbaraccata di Bisconte e il rischio sanitario cresce

L’area sbaraccata di Bisconte è rimasta tale e quale negli ultimi sette anni. Nessun intervento di bonifica è stato effettuato nella zona che è adesso a forte rischio ambientale. L’appello di Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto si aggiunge a quelli passati, rimasti inascoltati. Denunce e richieste d’intervento allo Iacp passate sotto silenzio, e nel frattempo il degrado cresce e mancano le minime condizioni di igiene. I consiglieri annunciano che il prossimo passo sarà la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica perché si accertino le responsabilità della situazione nella zona sbaraccata.

Il luogo è divenuto ormai una discarica abusiva. Sono presenti materiali di ogni tipo, lasciati lì dagli incivili di turno. Ma a preoccupare maggiormente è la presenza di lastre di eternit e di amianto che, tutti sanno, essere pericolose per la salute.

“Appare evidente – proseguono i rappresentanti circoscrizionali – come gli ormai cronici ritardi nella realizzazione delle opere previste a Bisconte dal primo cronoprogramma del Risanamento (vedi i nuovi 112 alloggi, la copertura del torrente o il futuro parco di quartiere), abbiano senz’altro facilitato la formazione di questa pericolosa discarica a cielo aperto. Facile immaginare anche il via-vai di grossi ratti che fanno letteralmente increspare la pelle scorazzando dai varchi creati fra le lamiere della recinzione, delle quali in più occasioni i due consiglieri hanno chiesto all’IACP (che ha la competenza sull’area) il relativo ripristino, ma senza ottenere il giusto riscontro”.

“Inoltre – evidenziano – la presenza del materiale nocivo che aumenta a dismisura giorno dopo giorno senza che nessuno attui un benché minimo tentativo di contrasto, viene ulteriormente aggravata dal fatto che l’area in questione si trova a ridosso della chiesa parrocchiale e della piazza di Bisconte che, naturalmente, risultano frequentatissime da bambini e adolescenti! Adesso è giunto il momento di dire basta! Chi sarebbe dovuto intervenire e non lo ha fatto – concludono Gioveni e Cacciotto – dovrà spiegare, e non solo alla cittadinanza forse a questo punto, il perché di cotanto immobilismo e sfrontata negligenza”.