Martedì gli interrogatori di dirigenti e dipendenti arrestati per truffa

Inizieranno martedì gli interrogatori delle cinque persone arrestate ieri dai Carabinieri nell’inchiesta sulla gestione dell’Atm. Il gip Daria Orlando sentirà nel suo ufficio di Palazzo di Giustizia il direttore generale dell’azienda Claudio Conte, Salvatore Orlando, responsabile di esercizio gommato; Giuseppe Lampi, responsabile dell’Ufficio CED paghe ed i coordinatori di esercizio Francesco Lisa e Bartolo Enea. Tutti e cinque si trovano ristretti agli arresti domiciliari come disposto dallo stesso giudice che ha firmato i provvedimenti cautelari su richiesta del sostituto procuratore Stefano Ammendola. Dovranno rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e truffa in danno di un ente pubblico così come le altre 17 persone, tra funzionari e dipendenti dell’azienda, iscritti nel registro degli indagati. Gli arrestati dovranno chiarire diversi aspetti ed in particolare il sistema con il quale venivano conteggiati i chilometraggi degli autobus. I Carabinieri, nei lunghi mesi d’indagine, hanno accertato che i calcoli venivano gonfiati a dismisura facendo figurare un numero di chilometri percorsi dai mezzi enormemente maggiore rispetto alla realtà. Uno stratagemma con il quale venivano segnalati alla Regione conteggi taroccati grazie ai quali l’Atm ha ottenuto indebitamente dal 2003 al 2007 quasi 15 milioni di euro. Così come all’Agenzia delle Dogane venivano indicati calcoli errati sul consumo di gasolio ed ottenere rimborsi non dovuti. Il tutto ha permesso all’azienda di trasporto pubblico di incassare indebitamente quasi 19 milioni di euro. Soldi che, secondo l’accusa, venivano impiegati per pagare a dirigenti, funzionari e dipendenti ore di straordinario molto spesso mai effettuate. In alcuni casi risultavano anche dieci ore di straordinario in un giorno. E c’è poi il caso eclatante di un coordinatore di esercizio che avrebbe effettuato parecchie ore di straordinario un lunedì di Pasqua. In realtà, hanno accertato i Carabinieri, era in vacanza a Portorosa con la famiglia. E c’è poi un’altra vicenda da chiarire e riguarda l’elargizione a tutti i dipendenti del premio corse istituito dall’azienda dopo una concertazione con i sindacati. I dipendenti si trovavano 155 euro al mese in busta paga come premio per l’efficienza del servizio. In realtà il servizio reso dall’Atm alla città è pessimo ormai da molti anni ma il premio corse veniva ugualmente assegnato.