Poggio dei pini, un residente: “Quali le verità nascoste?”

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Poggio dei Pini, il complesso edificato a S. Michele e consegnato ai promissari acquirenti circa 22 anni fa ed oramai nelle maglie del fallimento.
Chi scrive è uno dei tanti ex promissari acquirenti che sta combattendo diverse battaglie legali per far valere i propri diritti, puntualmente tallonati da una magistratura un po’ troppo sbrigativa e superficiale.
Su Poggio dei Pini sono stati scritti moltissimi articoli ed addirittura, qualche tempo fa, il complesso è stato inserito nella blacklist del PAI , il Piano Stralcio di bacino per l’Assetto idrogeologico, in zona R4 con priorità 2. Questo vuol dire che il complesso è stato edificato in una zona ad alto rischio di dissesto geomorfologico. Del resto qualche avvisaglia si è più volte avuta negli anni scorsi e Tempo Stretto ha puntualmente dedicato diversi articoli. Ad esempio si sono verificate più volte frane e smottamenti che hanno portato all’evacuazione di persone e cose in alcuni appartamenti del Lotto A e al divieto, per più di 15 mesi, di uscire fuori nei balconi in alcuni immobili del Lotto B. Nel Lotto C si sono verificati dissesti, specialmente nella scala di testa, e nell’alto muro di contenimento. Inoltre, sempre in questo lotto, l’accesso ai posteggi sotto il porticato è vietato ai mezzi a quattro ruote perché il terrapieno della rampa di accesso è completamente svuotato e quindi c’è il rischio concreto che al passaggio delle auto si possa spezzare portando nel vuoto il malcapitato di turno. Ed ancora, una scala gronda letteralmente acqua dalle pareti quando ci sono nubifragi.
Le strade sono ripide ed insicure, senza illuminazione e con ampie fessurazioni. Durante i temporali la pioggia che si abbatte sulle colline, mal incanalata, si riversa sulle strade come un fiume in piena.
Alcune strutture in c.a. e specialmente gli attacchi delle scale con la strada, sono danneggiate e in moltissimi immobili le crepe nelle pareti sono così ampie da far intravvedere gli ambienti.
Non oso pensare a quello che potrebbe accadere se una serie di scosse di terremoto come quelle avute nell’Emilia Romagna si abbattessero su Poggio dei Pini. Penso che i giornali ne uscirebbero con un titolo simile a “Poggio dei Pini, cronaca di un disastro annunciato”. Perchè i presupposti ci sono tutti.
Eppure per la Curatela Fallimentare è tutto OK. Gli interventi palliativi fatti da una impresa di sua fiducia l’hanno resa convinta che Poggio dei Pini è a posto. Chi non accetta le sue condizioni, cioè riacquistare l’immobile a fronte di una rivalutazione fatta da un tecnico esterno, deve difendersi legalmente dalle citazioni inviate per riavere gli immobili indietro. Non senza una penale, commisurata sulla stima del valore locativo con periodi superiori ai 12 anni. Ed i soldi versati alla stipula dei compromessi e le somme pagate con sudate cambiali, che fine hanno fatto? Bè quelli, per effetto delle leggi che regolano i fallimenti, sono andati perduti.
Chi ha acquistato l’immobile in contanti subisce una doppia beffa perché lo deve ripagare un’altra volta, con la rivalutazione. Ma con quali garanzie viene chiesto ciò?
La documentazione su Poggio dei Pini appare poco trasparente. Esiste un carteggio ben custodito da un ex promissario acquirente che, prove alla mano ottenute con parecchie cause, denuncia una serie di comportamenti di alcuni personaggi che hanno anche subito una condanna per dissesto colposo. Alcune perizie hanno portato alla luce che il complesso non poteva essere edificato nell’area dove sorge per moltissimi motivi e che la documentazione presentata nella prima stesura e poi nella variante, è stata falsificata dai professionisti incaricati. Con il benestare della Commissione Edilizia Comunale e i pareri del Genio Civile dell’epoca (…)
Ma queste carte non sembrano avere valore e quindi si sta procedendo come se nulla fosse successo.
Auspico che qualcuno faccia un po’ di luce su questa vicenda dai molti punti oscuri e che non si facciano solo gli interessi delle banche interessate al fallimento.
Io continuerò nella mia strada per chiedere giustizia, anche se fino ad ora ho solo incontrato persone senza un solo briciolo di umanità.
Piero Spadaro