Sindaco o deputato regionale? Per la prima volta Buzzanca potrebbe entrare nella schiera dei “ricorsisti”

Sindaco o deputato regionale? Questo è il dilemma che da ieri sera affligge Giuseppe Buzzanca, dal 2008 contemporaneamente primo cittadino di Messina e deputato all’Assemblea regionale siciliana, in quota Pdl. Una duplice veste che per la legge è incompatibile e della quale dovrà “spogliarsi”, optando nei prossimi 10 giorni per l’una o l’altra carica. Dopo il voto espresso segretamente dai colleghi dell’Ars, nella seduta di ieri pomeriggio (vedi articolo correlato) , è infatti iniziato il countdown, ma nella testa di Buzzanca sembra balenare una terza opzione, come ci viene confermato dal suo legale e uomo di fiducia, Marcello Scurria: «Non è escluso che decidiamo di impugnare il provvedimento approvato dall’Ars, ci stiamo pensando ed eventualmente agiremo entro i dieci giorni». Già, i fatidici dieci giorni, trascorsi i quali Buzzanca, qualora non decidesse, sarebbe dichiarato automaticamente decaduto dalla carica di deputato regionale.

Se invece, come sembra , il sindaco dovesse scegliere di presentarsi nelle aule del tribunale amministrativo per contestare il provvedimento approvato dall’Assemblea regionale – che giunge non per caso né per volontà dei parlamentari siciliani ma in ottemperanza ad una specifica ordinanza del Tar (su Download) – potrà continuare a fare ciò che sostanzialmente fa dal 2010, anno della prima sentenza della Corte Costituzionale (vedi articolo correlato): prendere tempo. Da allora sono passati due anni e due mesi e lui c’è sempre, a palazzo Zanca e a palazzo dei Normanni.

Tuttavia, in questo caso registriamo una novità assoluta: per continuare ad occupare le due poltrone, in questi 24 mesi, Buzzanca si è dovuto difendere dai ricorsi presentati nei suoi confronti, questa volta sarebbe – invece – lui a fare ricorso per primo, entrando in quella categoria di “ricorsisti” tanto vituperata dal sindaco. Ma se c’è un motto che vale per tutti e soprattutto per i politici è “mai dire mai”… (Danila La Torre)