Un nuovo relitto emerge dalle acque dello Stretto: piroscafo affondato nel 1943

E’ la mattina del 14 Luglio 1943, venticinque quadrimotori alleati attaccano Messina alle ore 10:37, seguiti, ad ondate successive, da altri 212 velivoli che sganciano tonnellate di esplosivo sulla città. Una di queste bombe colpisce un piroscafo, battente bandiera tedesca, ormeggiato in porto davanti alla dogana e carico di munizionamento che esplode con un fragore impressionante disseminando l’abitato cittadino di grossi rottami che vanno a finire a chilometri di distanza fin sulle terrazze del Seminario Arcivescovile di Giostra.

E proprio quell’imbarcazione è stata individuata nello Stretto di Messina dal gruppo di subacquei di Ecosfera Diving che lo hanno individuato. Quest’ultimi, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e con il supporto dell’Agenzia Industrie Difesa di Messina, hanno eseguito una campagna di immersioni finalizzata alla ricerca di tracce concrete che ne possano definitivamente stabilire l’identità.

Al momento dell’affondamento il piroscafo portava il nome di NORDA I ma il suo nome originale era S.S.Patria. (l’acronimo S.S. sta per Steam Ship) ossia Nave a Vapore.Si trattava infatti di una delle 26 navi norvegesi internate tra il 1940 e il 1942 nel Nord-Ovest dell’Africa. Il Patria venne internato ad Oran (Algeria) il 22 Giugno 1940, e requisito il 6 Settembre 1941, quindi rinominato Sainte Christine, con la bandiera del governo francese di Vichy. La travagliata storia del piroscafo continua nell’Ottobre 1942 quando venne ceduta nuovamente al governo fantoccio norvegese che a sua volta la mise sotto la sovranità tedesca per la compagnia di navigazione Mittelmeer Reederei GmbH di Amburgo.