9 ottobre, nuovo blocco dello Stretto. Fit Cisl: “La proposta della Caronte è inaccettabile”

Mancano quattro giorni al nuovo sciopero proclamato dalle sigli sindacali Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti, Ugl e Uslac. Martedì 9 i lavoratori marittimi protesteranno per la terza volta, nel giro di poco meno di un mese, per ribadire la loro contrarietà alle condizioni dettate dalla Caronte&Tourist. La società di navigazione vorrebbe infatti operare una riduzione del 25% del salario o dei dipendenti, e adduce come motivo la crisi nel settore della navigazione.

“La proposta è inaccettabile – commentano i sindacati – voler scaricare sui lavoratori la crisi dell’attraversamento dello stretto è una scorciatoia inaccettabile”.

“Si tratta – sostiene Enzo Testa, segretario generale della Fit Cisl di Messina – anche di un segno di scarsa sensibilità nei confronti di una città da sempre forse troppo comprensiva nei confronti della società di
attraversamento”.

Le aspettative dei lavoratori che si apprestano a incrociare le braccia nuovamente e delle organizzazioni sindacali a loro sostegno sono state disattese lungamente dalla compagnia di navigazione. Dalla Caronte, infatti, nessun passo indietro. Dove porterà il testa a testa non si sa ancora, l’unica cosa certa è che non si ha traccia di possibili cedimenti. La Fit Cisl si aspettava che, visto l’elevatissimo stato di tensione sociale presente in città, si fosse attivato un percorso negoziale condiviso che facesse salvi gli interessi dell’azienda ma anche dei
lavoratori. “Un percorso – spiega Testa – finalizzato a evitare il muro contro muro a cui si andrà incontro con inevitabili disagi per la città di Messina”.

Lo sciopero durerà dalle ore 8 alle ore 20. La Caronte nei giorni scorsi ha fatto sapere che rimarrà in servizio per le prestazioni indispensabili previste dalla vigente normativa almeno una nave a doppio ponte esclusivamente sulla tratta Rada San Francesco-Villa San Giovanni.

Tutte le sigle sindacali hanno inoltre inviato un documento unitario al ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al comando generale delle capitanerie di porto, all’autorità marittima della navigazione dello Stretto di Messina, alle direzioni marittime di Reggio Calabria e Catania, alla capitaneria di porto di Messina e per conoscenza al prefetto agli assessorati ai trasporti delle regioni Sicilia e Calabria. I sindacati chiedono un intervento per “tutelare l’interesse pubblico primario della sicurezza dei trasporti marittimi e la salute dei lavoratori messe seriamente a rischio dalle misure che le compagnie di navigazione stanno attuando”.