Stazioni di Galati e Tremestieri alla mercé di piccoli criminali e vandali

Incuria e abbandono. I connotati che caratterizzano le due stazioni ferroviarie di Galati e Tremestieri. La denuncia arriva dal Comitato SpazioMessina, nato con l’intento di consolidarsi come forza sociale a salvaguardia della città.

Nel mirino delle segnalazioni dei giovani della “Fiamma di Messina”, una situazione che da tempo si protrae in due tra le più frequentate aree di collegamento dei villaggi della zona sud.

L’accusa parla di vandalismo recidivo che contrassegna i due capilinea con carcasse di rifiuti elettrici, sacchetti di immondizia sparsi alla bell’e meglio, cartelli toponomastici riversi nelle aiuole, sottopassaggi invasi da orde di giovani dediti a spaccio e consumo di sostanze illegali fino, addirittura, a cestini della spazzatura dati alle fiamme dai balordi attila in erba.

C’è poi l’annosa questione degli ascensori costruiti e mai messi in funzione che aggiungono una pennellata di trasandatezza all’area.

Una cornice di sfacelo alla quale tristemente si associa l’indifferenza delle istituzioni che – come fanno notare i rappresentanti del comitato civile e sociale – non curano la raccolta dell’immondizia dai tempi dell’ultima potatura, nell’estate 2012, mostrano disinteresse verso i folti cespugli d’erbaccia incolta che, indisturbati, crescono a dismisura, qualora allertate, non rispondono alle segnalazioni.

Un disfacimento sotto gli occhi di tutti che si traduce anche nei ripetuti disservizi sempre pronti a minare l’efficienza delle attività cui le due piccole stazioni sarebbero deputate. Così, fra treni soppressi, orari strampalati che poco agevolano i pendolari del mattino, attese di ore e cambi di convogli all’ultimo momento, le due fermate tratteggiano la parte più buia della città, quella in cui trovano spazio anche gli scenari più inquietanti.

E nella memoria del Comitato è ancora vivido il ricordo del suicidio di un giovane, presso il terzo binario della stazione di Galati, nell’aprile 2012. Un triste evento che nemmeno le telecamere, apposte all’interno di questi spazi desolati, riuscirono a scongiurare.

Sul piede di guerra, dunque, SpazioMessina che minaccia di presentare a breve un esposto presso la Procura della Repubblica. (Sara Faraci)