In attesa del commissario, breve riepilogo della prima settimana “post” Buzzanca

Sono ore e giorni concitati a Palermo per decidere il nome del commissario straordinario da inviare a Messina, con il difficile compito di traghettare la città, e il suo carico di problemi, sino alle elezioni amministrative della primavera 2013. La decisione che sarà presa nel capoluogo siciliano – su cui peseranno inevitabilmente anche le pressioni dei partiti “allineati” all’attuale politica regionale, tutti vorrebbero metterci il cappello – sarà fondamentale per iniziare a capire che mesi ci aspettano. Stando alle indiscrezioni, il commissario sarà nominato all’inizio della prossima settimana .

Intanto, una settimana è già trascorsa dall’addio ufficiale di Giuseppe Buzzanca, che si è formalmente dimesso da Sindaco giovedì sera ma l’annuncio ufficiale l’ha dato venerdì 31 agosto, nella sua ultima conferenza stampa da primo cittadino. Sette giorni, pieni ed intensi, in cui il “fantasma” di Buzzanca non ha smesso di aggirarsi tra i corridoi ma soprattutto tra le stanze di Palazzo Zanca, dove decisioni importanti sono state prese e sulla cui regia pochi sembrano avere dubbi.

La settimana è iniziata con la defenestrazione di Antonio Ruggeri, già dimissionario da commissario liquidatore dell’Ato3, firmata da Orazio Miloro che da Buzzanca è stato designato successore pro tempore e che del sindaco fa le veci in questa fase di “interregno”. Ruggeri, estromesso senza troppi rimpianti e senza nemmeno un grazie, è stata certamente una delle figure più controverse dell’era Buzzanca, che prima gli ha dato fiducia e potere, a volte anche sovraesponendolo, e poi via via spodestato, disegnando per lui una parabola discendente .

Lunedì 3 settembre è stato il giorno di altri due allontanamenti, ma stavolta volontari. Ad inizio settimana sono state infatti formalizzate le dimissioni di due assessori della giunta Buzzanca: quelle di Giuseppe Corvaja (allora Pdl) che aveva la delega alle politiche del territorio e quelle di Giuseppe Puglisi (Udc), che aveva la delega al Commercio ed ai Mercati. Per un gioco del destino o forse sarebbe meglio dire in virtù dei giochetti tipici della politica Puglisi e Corvaja, oggi, a 5 giorni di distanza, si trovano a far parte dello stesso partito, l’Udc, dove il gruppo Beninati, in rottura col Pdl ha cercato e trovato accoglienza. Ed è certamente questa la novità politicamente più importante della settimana: la spaccatura, prima solo mormorata ora effettiva ed ufficiale, tra le varie anime del Pdl, con gli ex di Forza Italia che hanno deciso di rompere definitivamente con gli ex An, diventanti agli occhi degli azzurri padri padroni del partito, che a questo punto resta orfano di alcuni rappresentanti, ma soprattutto di voti, metro di misura con cui ci si confronterà già ad ottobre con le elezioni regionali. I vertici di partito tacciono, ma la scossa avvertita potrebbe essere presagio di un terremoto ben più grosso (vedi correlati).

La settimana appena trascorsa si farà anche ricordare per un’altra scossa, di natura economica e non politica. Una nota firmata dal presidente del collegio dei revisori dei conti Dario Zaccone, ha fatto salire l’astina dell’allarme per quel che riguarda la situazione finanziaria dell’ente. Sessanta due milioni di euro il buco accertato, in data 24 agosto, nel corso dell’attività di monitoraggio. La cifra potrebbe lievitare sino a 78 milioni di euro nel caso in cui non fosse raggiunto l’obiettivo annuale prefissato,pari ad euro 15.474.000,00. Ai revisori hanno, però, replicato i dirigenti dell’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo, che hanno parlato di «dato provvisorio e poco significativo», spiegando che «alla predetta data (24 agosto ndr) non sono state effettuate tutte le operazioni di accertamento relative sia alle entrate tributarie, ammontanti a circa 71 milioni di euro, sia ai trasferimenti Stato-Regione, ammontanti a circa 29 milioni, oltre che agli accertamenti relativi alle sanzioni amministrative ed alle entrate di parte correnti per complessivi 7 milioni e 700 mila euro». Di certo c’è che tra poco più di un mese, il termine ultimo è il 31 ottobre, bisognerà, approvare il bilancio di previsione e già allora sapremo se si concretizzeranno le previsioni catastrofiche dei revisori dei conti o quelle ottimistiche dei dirigenti. A quel punto, però, saranno problemi del commissario straordinario a cui l’amministrazione lascerà in dote una gran numero di questioni irrisolte.

Tra queste c’è sicuramente l’Atm. La costituzione della Spa è, ad oggi, solo un progetto che deve essere ancora condiviso dal Consiglio comunale dalle forze sociali e da quelle sindacali. Intanto, restano i nodi dell’attuale azienda trasporti: il parco mezzi è ridotto ai minimi storici, in servizio solo quattro tram e 18 autobus, ed i lavoratori chiedono gli stipendi arretrati e la quattordicesima. L’amministrazione comunale – oggi rappresentata dal vice-sindaco Miloro e da soli quattro assessori (Isgrò, Capone, Caroniti e Scoglio) – non può dare risposte perché manca la liquidità e senza quella tutto il resto sono chiacchiere.

Piove sul bagnato, insomma. E a proposito di pioggia, è bastato un acquazzone di 20 minuti dopo mesi di siccità per allagare le strade della città e far “esplodere” i tombini. L’efficiente assessore alle Manutenzioni e alla Protezione civile Isgrò ha stilato un cronoprogramma di interventi e ha proposto il reclutamento di volontari residenti nei 48 villaggi. Con l’ arrivo del commissario, la proposta potrebbe restare in un cassetto.

Chi invece questa settimana è uscito, non dal cassetto ma dal palazzo, è Miloro. Sopralluogo a Maregrosso e sopralluogo all’ex campo Rom per visionare ma anche per avere visibilità, che non fa mai male soprattutto se il tempo per mettersi in mostra è ristretto, come quello che separa la fine della sindacatura di Buzzanca dall’inizio della fase commissariale.

Settimana piatta, ma non è una novità, per i consiglieri comunali, che a questo punto aspettano ansiosi l’arrivo del commissario, che sperano possa ridare al Consiglio comunale la giusta dignità politica ed istituzionale. Certo, molto dipenderà anche da loro e non è così scontato che il loro appeal politico cresca improvvisamente. Staremo a vedere. (Danila La Torre)