Cavalcavia interdetto dal 20 luglio. Lo scetticismo del Comitato “La Nostra Città”

“Otto mesi fa si disse che, con l'ordinanza ‘Tolleranza zero’, i tir sarebbero scomparsi e che i lavori del porto di Tremestieri erano quasi ultimati. Oggi i vigili urbani ci informano che le deroghe concesse in questi mesi dai privati nel terminal di Tremestieri si sono moltiplicate vertiginosamente. Degli incassi dell'Ecopass si continua a non capire nulla mentre l'approdo di Tremestieri è sostanzialmente abbandonato al proprio destino. I rilevamenti dell'inquinamento dell'aria non esistono di fatto, i tir posso entrare e uscire da tutti gli svincoli della tangenziale senza limitazione alcuna (basta dare un'occhiata ai cartelli esistenti); il centro e la zona Sud sono letteralmente assediati notte e giorno dai tir, l'appalto della via Don Blasco è impantanato; la Rada San Francesco rimane il vero e unico approdo funzionante notte e giorno”.

E’ il quadro confezionato dal Comitato “La Nostra Città”, che adesso nutre perplessità anche sull’annunciata interdizione del cavalcavia ai mezzi pesanti a partire dal prossimo 20 luglio. “Potrebbe rappresentare una svolta – afferma il presidente del comitato, Saro Visicaro – ma ragioniamo sui fatti. Tempo fa il cavalcavia era già stato dichiarato pericoloso e inadeguato a sopportare il transito contemporaneo di centinaia di tir. Quando nei giorni scorsi l'assessore alla mobilità, ing. Cacciola, non escludeva la possibilità che i tir potessero transitare nelle ore di punta in mezzo alla città e proponeva una mitigazione e regolamentazione dei passaggi, delegando per l'ennesima volta quest'operazione alla Cartour, abbiamo ribadito per l'ennesima volta la necessità di un'area di stoccaggio che servisse a regolamentasse i flussi di arrivi e partenze. Ancora una volta, su questi argomenti, ci preoccupa il silenzio del Consiglio Comunale, delle Circoscrizioni, dei partiti e delle varie associazioni più o meno ambientaliste”.

Adesso, il timore che l’annunciata chiusura del cavalcavia si riveli un flop. “La tutela della vita e la sostenibilità – conclude Visicaro – non possono rimanere solo parole. Aspettiamo un atto concreto: il testo scritto della nuova ordinanza potrebbe chiarire già molte cose”.