24 esperti in 19 mesi di amministrazione Accorinti, per Nina Lo Presti nomine illegittime

In origine furono Antonio Rizzo, Giampiero Neri e Rosario Ceraolo. I primi tre esperti chiamati dal Sindaco Renato Accorinti poche settimane dopo il suo ingresso a piedi scalzi a Palazzo Zanca furono scelti per occuparsi rispettivamente di protezione civile, comunicazione, volontariato e solidarietà. Per Rizzo si trattava di tornare al posto che già gli aveva riconosciuto l’ex Sindaco Buzzanca, gli altri rappresentarono le new entry che inauguravano la stagione di nomine che nel corso di questi 19 mesi di amministrazione hanno arricchito il giro di professionisti a supporto dell’attività amministrativa targata Accorinti. Nel mezzo non sono mancate le polemiche e le contestazioni, con tanto di rotture profonde e dimissioni da parte delle due battagliere Clelia Marano e Angela Rizzo che, trovandosi in disaccordo con l’operato dell’amministrazioni sui fronti caldissimi dei migranti e dei servizi sociali, ad un certo punto hanno preferito lasciare i loro incarichi. Ad oggi sono stati ben 24 gli esperti nominati dal primo cittadino, Buzzanca durante i suoi quattro anni di sindacatura ne aveva fatti 55. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati l’ex assessore Filippo Cucinotta e Grazia Accetta per la consulenza nelle Politiche della Pubblica Istruzione. Esperti tutti rigorosamente a titolo gratuito. Questo però non ha impedito alla consigliera Nina Lo Presti, ex accorintiana ormai prima oppositrice dell’amministrazione comunale, di porre la lente d’ingrandimento su queste nomine “disinvolte”. Nina Lo Presti vuole capire se queste procedure siano legittime, se sono state effettuate rispettando tutte le norme che regolano la materia e se effettivamente siano state utili all’azione amministrativa, considerato che di molti esperti dopo il giorno della nomina non si è più sentito parlare.

La consigliera, con codici alla mano, parte naturalmente dalla legge regionale 7 del 1992 che ha introdotto la facoltà di conferire incarichi ad esperti esterni in possesso di documentata professionalità e stabilisce che il numero degli incarichi non può essere superiore a tre nei comuni da 30.000 a 250.000 abitanti, come dunque nel caso di Messina, che gli esperti devono essere dotati di documentata professionalità, che il sindaco annualmente trasmette al Consiglio Comunale una dettagliata relazione sull’attività degli esperti da lui nominati e che nessuno può avere conferiti più di due incarichi contemporaneamente.

A questi punti si aggiunge poi il decreto legislativo 165 del 2001 che precisa che l’incarico di esperto non può riguardare atti che possono essere posti in essere dalle strutture burocratiche o dagli amministratori dell’ente.

I passaggi normativi dunque sono chiari: limiti numerici alla facoltà del Sindaco di procedere alla nomina di esperti, tenuto conto del numero degli abitanti del Comune; l’oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite, ad obiettivi e progetti specifici e determinati e deve risultare coerente con le esigenze di funzionalità dell’amministrazione conferente; accertamento dell’impossibilità oggettiva da parte dell’Ente, di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno per svolgere le attività assegnate ai professionisti esterni; la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata e deve soddisfare esigenze straordinarie ed eccezionali; non è ammesso il rinnovo; l’eventuale proroga dell’incarico originario è consentita, in via eccezionale, al solo fine di completare il progetto e per ritardi non imputabili al collaboratore.

Gli atti di nomina dovrebbero poi essere sempre trasmessi alla Corte dei Conti, anche per accertare i requisiti necessari per ricoprire l’incarico, senza ignorare il fatto che i pubblici dipendenti non possono ricoprire più di due incarichi, i liberi professionisti non possono rivestire contemporaneamente più incarichi, nessuno può ricoprire lo stesso incarico per più di tre mandati consecutivi.

Norme che prevedono naturalmente anche un corrispettivo economico per gli esperti nominati, mentre in questo caso si tratta di esperti a titolo gratuito. La consigliera Lo Presti naturalmente non dimentica questo dettaglio e spiega che «in presenza di sempre più restrittivi vincoli finanziari, si è ingenerata la prassi di conferire incarichi di consulenza e di esperto “gratuiti” ritenendo che ciò esonerasse la Pubblica amministrazione dal seguire le norme sopra indicate». Ma secondo Nina Lo Presti in realtà questi incarichi sarebbero illegittimi ed ecco il lungo elenco di motivi a supporto della suta tesi: le norme sulla scelta vanno comunque applicate dalla P.A. in mancanza di una norma del legislatore che preveda il contrario; i codici di deontologia professionale, di norma, prevedono che i professionisti non possono effettuare prestazioni professionali per compensi inferiori ai minimi tariffari, configurandosi diversamente illegittima concorrenza; il ricorso alla consulenza gratuita è spesso configurabile come un tentativo di raggirare le norme sulla contabilità pubblica e quelle che stabiliscono le procedure da seguire per l’individuazione del nominabile.

La consigliera prosegue poi spiegando che «i professionisti che ricevono incarichi dalle pubbliche amministrazioni, in forza della loro offerta a titolo gratuito, possono trarre dall’espletamento degli incarichi gratuiti un vantaggio indiretto immediato in termini di prestigio e notorietà professionale ed un vantaggio competitivo potenziale da utilizzare in successive procedure selettive per l’affidamento, sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, di incarichi della stessa natura a titolo oneroso».

Alla luce di questa vasta normativa, la Lo Presti evidenzia che dalle determine sindacali di conferimento di incarico di “Esperto a titolo gratuito” non risulta che l’amministrazione abbia accertato preliminarmente l’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno o inviato gli atti alla Corte dei Conti, mentre invece pare che alcuni professionisti abbiano ricoperto lo stesso incarico per più di tre mandati consecutivi e che alcuni potrebbero trovarsi nella condizione di incompatibilità.

Secondo Nina Lo Presti «gli incarichi conferiti, pur non arrecando danno economico per l’Ente, non sono conformi alla disciplina di legge» e dunque chiede innanzitutto all’amministrazione di adottare gli eventuali provvedimenti e al Direttore generale e ai Revisori dei Conti di valutare la congruità delle nomine in base alla normativa vigente.

Al Sindaco chiede anche la Relazione annuale sull’attività degli esperti da lui nominati negli anni 2013 e 2014, l’entità di eventuali rimborsi spese riconosciuti direttamente agli esperti o comunque riconducibili all’attività da loro prestata e tutta la documentazione utile ad accertare che non ci siano profili di incompatibilità o incoferibilità.

La ricca interrogazione è stata trasmessa anche alla Corte dei Conti e alla presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile affinchè anche la numero uno del civico consesso possa sposare questa battaglia di trasparenza e chiamare il Sindaco in aula a discutere la relazione annuale.

Francesca Stornante