111 morti e centinaia di dispersi. L’Arci chiede la modifica delle leggi sull’immigrazione

Centoundici, questa mattina, i corpi recuperati dal mare che bagna Lampedusa. Tra le onde, ancora centinaia di dispersi. L’ennesima tragedia consumata su quella che è la frontiera invisibile dell’Europa. Una zona iper.monitorizzata che diviene improvvisamente cieca quando si tratta di migranti che attraversano il mare assiepati in barconi che non si capisce come facciano a stare a galla. Quella di ieri è un’immane ecatombe per il numero delle persone che hanno perso la vita, pure è solo un tassello, l’ennesimo, del continuo olocausto che si consuma ormai da anni nel Mare Mediterraneo, divenuto uno spaventoso cimitero. Di “dolore” ma anche di “rabbia” parla il comunicato dell’associazione nazionale Arci. Dolore per gli uomini, le donne e i bambini colti da una morte più ingiusta di qualsiasi morte, rabbia per le condizioni politco-legislative che direttamente responsabili di una simile tragedia.

“Cosa deve ancora succedere perché il governo si decida a cambiare radicalmente rotta sull’immigrazione, rendendo finalmente possibili gli ingressi legali in Italia e consentendo a chi arriva per chiedere protezione di farlo in sicurezza. Si additano giustamente gli scafisti come spregevoli trafficanti, ma non ci si interroga sul perché i profughi, per arrivare in Europa, non hanno altra possibilità se non quella di affidarsi a loro, pagando cifre enormi”. Il problema riguarda sia le direttive Europee sia le leggi Italiane, Bossi-Fini in testa: “L’ipocrisia di una classe politica che in tutti questi anni non ha messo mano a una legislazione che criminalizza i migranti, non si occupa della loro sicurezza, non prende misure per garantire un’accoglienza dignitosa e ora si dice addolorata è diventata davvero intollerabile. Pensare che la risposta a simili tragedie stia in un ulteriore giro di vite della chiusura delle frontiere e della cosiddetta lotta all’immigrazione clandestina – come si sente dichiarare in queste ore – significa soltanto rafforzare irresponsabilmente le cause che le provocano. Chiediamo che vengano sospesi tutti gli accordi bilaterali sottoscritti dall’Italia con i paesi del nord africa, a cominciare da quello con la Libia, che vengano immediatamente adottate le misure necessarie a garantire un’accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti umani per le persone che sbarcano sulle nostre coste. Non si può scaricare sulla sola comunità di Lampedusa la gestione degli arrivi”.

L’Arci chiede, infine, di proclamare una giornata di lutto nazionale, non come gesto di retorico rammarico per le centinaia di vittime dell’ennesima tragedia annunciata, ma come monito per fare in modo che non si ripeta e “per ricordare e onorare come è giusto tutte queste persone che hanno perso la vita per fuggire da guerre e violenze e trovare ospitalità in un’Europa che ha blindato le proprie frontiere“. Una giornata di lutto regionale è richiesta dalla Comunità di Sant’Egidio al Presidente della Regione Rosario Crocetta, che intanto invita a lamentarsi meno dell’Europa e pensare di più a cambiare determinate leggi italiane, a dir poco improponibili sul tema dell’immigrazione. Resta il sangue e i corpi di centinaia di vittime di una tragedia immane,ma uguale a molte altre, a cui, per dirla con le parole del Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini “assistiamo da anni, senza riuscire a trovare una soluzione”.

"…Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima, quale posto lasciato alle spalle.

Mi giro di schiena, questo è tutto l’indietro che mi resta,

si offendono, per loro non è la seconda faccia.

Noi onoriamo la nuca, da dove si precipita il futuro che non sta davanti,

ma arriva da dietro e scavalca.

Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo.

Nemmeno gli assassini ci rivogliono.

Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,

non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso.

La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,

nostra patria è una barca, un guscio aperto.

Potete respingere, non riportare indietro,

è cenere dispersa la partenza,

noi siamo solo andata. …”

(Erri De Luca – Solo andata. Migrazione e Poesia)