Casa Serena. Parla il figlio di un lavoratore del centro

“Sotto gli occhi inermi dei messinesi, e praticamente in maniera inosservata dal resto del popolo italiano, si sta consumando in questi giorni una delle pagine più tristi della nostra storia. La Sicilia è terra di tragedie, ma quella che stanno subendo più di 100 anziani ospiti della casa di risposo “Casa Serena” di Messina è una tragedia di carattere etico, morale.

Possono questioni legate al bilancio di un ente pubblico condizionare la vita di decine e decine di persone che stanno vivendo già di per sè l’inesorabile declino della loro esistenza?

Il comune di Messina sta vivendo negli ultimi mesi l’incertezza del proprio futuro a causa del possibile dissesto economico dovuto alla scarsa oculatezza delle passate amministrazioni. Non vi è insediato un sindaco, ma un commissario, in maniera provvisoria, fino alle prospettate elezioni di aprile.

Il commissario sta svolgendo al meglio delle proprie capacità il proprio lavoro, andando ad eliminare tutti gli sprechi dell’ente. La casa di risposo “Casa Serena” è tra questi.

Una struttura che, come è giusto ammettere, appare fatiscente e poco sicura, nella quale sono ospitati un centinaio di anziani controllati ed accuditi da altrettanti operatori. Sono diversi decenni che la struttura è aperta, e nulla è stato fatto dal comune per rimodernarla, per renderla compatibile con le più recenti normative. Mancano persino le certificazioni base per essere a norma, da più di un lustro! Tuttavia, in questi anni, le gare di appalto per l’assegnazione della cooperativa sono state effettuate senza che nessuno abbia battuto ciglio.

Oggi viene chiesta, dal commissario la chiusura al 31 dicembre della casa (con un mese scarso di preavviso), e lo spostamento degli anziani in diverse altre strutture analoghe sparse nel territorio siciliano; da un punto di vista strettamente economico e burocratico tutto ciò parrebbe corretto e necessario. Da un punto di vista morale, è possibile sconvolgere così la vita di un pensionato? Di una persona che forse in quel luogo ha trovato la propria pace e serenità negli ultimi anni che gli restano di vita?

Avete mai visto la vita di un anziano in un casa di riposo? Qualcuno li ha mai visti colorare sui quaderni per bambini? O emozionarsi ogni volta che un giovane si rivolgeva loro con un sorriso? Qualcuno ha mai visto da vicino il rapporto di simbiosi che creano tra di loro?

Sono il figlio di uno dei lavoratori del centro, e per quanto sia dispiaciuto per la sorte di mia madre, che non avrà vita facile da gennaio in poi, resto amareggiato per la sorte che tocca a quei poveri anziani. Sono dovuto andare via dalla mia città natale perché non vi è alcuna speranza per i giovani. Scopro adesso che non vi è alcuna speranza nemmeno per gli anziani. Che speranza ha la mia città?

Possono davvero delle ragioni economiche condizionare così la nostra vita? Non vi dovrebbe essere del buonsenso in ogni cosa?

Non vorrei che la chiusura provvisoria diventasse definitiva. Senza entrare nel merito delle “colpe”, possiamo permettere a dei politici di giocare con le vite di centinaia di persone? Prima sfruttando gli enti per ottenere voti, poi per prosciugare le loro casse. Un caloroso Natale a tutte le famiglie che non vivranno questo stesso incubo”.