Disastro ferroviario di Rometta, si torna ad indagare su un operaio

Cristallizzato col passaggio di secondo grado il quadro delle responsabilità per il disastro ferroviario di Rometta che costò la vita otto persone mentre altre sessanta rimasero ferite. La Corte d’appello di Messina ha confermato le due condanne e le due assoluzioni emesse in primo grado, riformando parzialmente in verdetto. I giudici hanno confermato le condanne a tre anni di reclusione, pena condonata, per Salvatore Scaffidi, capo tronco dei lavori sulla linea ferroviaria tra Venetico e Milazzo, e per Carmelo D’Arrigo, tecnico operante sulla stessa tratta. Il reato ascritto a loro carico è quello di disastro colposo. Assolti invece in appello l’imprenditore Oscar Esposito, titolare dell’impresa di Caserta che effettuò i lavori in quel tratto di linea pochi mesi prima del disastro, e Roberto Giannetto, ispettore capo delle ferrovie dello Stato dell’ufficio di Catania. La sentenza d’appello ha dunque escluso le responsabilità dei due imputati, in quanto meri esecutori di lavori. Torna invece sotto la lente il ruolo di uno degli operai addetto alla tratta ferroviaria in questione, Francesco Piccolo. Inizialmente indagato poi archiviato, i giudici hanno ora disposto il rinvio degli atti a suo carico alla procura per una nuova valutazione. I giudici messinesi hanno infine escluso l’appello delle 37 parti civili per la liquidazione dei danni delle lesioni provocate in seguito al disastro. Il disastro del 20 Luglio 2002 è un ricordo indelebile per i messinesi. Alle 18.56 di quel sabato il treno “Freccia della Laguna”, partito alle 16 da Palermo con direzione Venezia, uscì dai binari poco prima dell’ingresso alla stazione di Rometta spezzandosi in due parti. Il convoglio si sganciò dalla motrice schiantandosi contro il casello ferroviario.