Dalla Rada S. Francesco al Norimberga, le proposte di Accorinti

Da decenni si parla e si discute di liberare il centro città dai mezzi pesanti. L’unico modo per farlo davvero sarebbe chiudere la rada San Francesco, il porto di Tremestieri negli intenti doveva essere la soluzione. Ma i continui insabbiamenti delle invasature, l’inagibilità quasi costante degli scivoli e la mancanza di controlli del traffico a Tremestieri hanno di fatto lasciato intatta la situazione. Da qui parte Renato Accorinti e il suo movimento Cambiamo Messina dal basso per proporre la sua soluzione ad un problema che si trascina da sempre. A settembre scade la concessione della Rada. E’ dunque questo il momento per un cambio epocale, dice il candidato sindaco. La proposta è stata messa nero su bianco: spostare gli attracchi dalla Rada San Francesco al Molo Norimberga. In attesa che tra tre anni si concludano i lavori di completamento dei sei scivoli al porto di Tremestieri. Resta ovviamente il fatto che i mezzi dovrebbero comunque transitare dal centro. Uscire sul viale Europa, percorrere la via La Farina e dal cavalcavia raggiungere il molo Norimberga. A questa contestazione Accorinti, che oggi ha presentato la sua proposta insieme al professor Guido Signorino e al comandante del Sasmant Sebastiano Pino, ha risposto spiegando che intanto così si ridurrebbero la percorrenza e il traffico dei mezzi pesanti in centro di almeno due chilometri. I tre approdi del Norimberga, 2 disponibili 24 ore su 24 e uno per almeno 14 ore al giorno, quando non è impegnato dalla Cartour che opera sulla rotta Messina-Salerno, si potrebbero garantire le 36 partenze al giorno effettuate attualmente con due navi dalla Rada San Francesco, è stato spiegato oggi in conferenza stampa. Secondo Accorinti e gli esponenti del suo movimento questa proposta è realizzabile da subito perchè il molo è strutturalmente capace di farsi carico di un traffico pesante che ad oggi si imbarca a San Francesco. E sarebbe ugualmente adeguato anche in vista di futuri aumenti di traffico. Il risultato di un’operazione del genere, sosterebbe il collegamento senza penalizzare l’attività privata che dovrebbe solo allungare di poco la sua tratta. Nel frattempo passeranno i tre anni necessari per vedere ultimati gli interventi a Tremestieri che prima del 2010, con appena due soli scivoli, riusciva a sostenere l’80% del traffico pesante di passaggio a Messina. La proposta adesso sarà presentata all’Autorità portuale e alle Istituzioni.

Esattamente dello stesso parere il presidente nazionale di Consumatori Associati Ernesto Fiorillo che nello stesso giorno di Accorinti ha scritto lettera inviata alla Autorità Portuale, alla Capitaneria di Porto, al Comune di Messina, alla Provincia Regionale di Messina, all´Agenzia delle Dogane, alla Soprintendenza ai Beni Culturali Ambientali, al Genio Civile, alla Polizia Municipale ed al Governatore Crocetta per chiedere di liberare la Rada San Francesco. Per farlo la soluzione a cui punta Fiorillo è la stessa di cui parla Accorinti: “Così come la Nave Cartour attracca al Molo Norimberga non si vede perché lo stesso non possano fare le navi della Società Caronte e Tourist. Non è più tollerabile continuare a mantenere privatizzata, per poco più di 1.000,00 euro al mese, un'area nel centro della città che potrebbe diventare un eccezionale motore per la occupazione di tanti giovani. Quello a cui abbiamo assistito in questi anni è una disgustosa volontà di rinviare il problema, sostenendo sempre che "sarebbe stata l'ultima volta”. Per fare invece in modo che non ci siano più altre “ultime volte” Fiorillo lancia tre proposte: chiede che la prossima conferenza dei servizi del 9 maggio si faccia in collegamento streaming, in modo che tutti possano sapere come vengono trattati gli interessi dei Messinesi, ovvero si faccia in un teatro o in un auditorium perché tutti possano partecipare; stop al rinnovo della concessione della rada San; mobilitazione di tutte le forze della società civile, sia quelle nuove che la vecchia politica, nella prospettiva di cambiare qualcosa per questa “povera città privatizzata”.