Alla fine devi sporcarti le mani. Alla fine, se amministri, prima o poi ti tocca tornare sulla terra e fare delle scelte, anche quelle che non avresti mai voluto fare, anche quelle che hai sempre contestato. Improvvisamente ti ritrovi nel ruolo del “cattivo” e basterebbe un po’ di umiltà per riconoscere che non esiste nessuno che possa ritenersi totalmente impermeabile agli errori. Del resto è successo anche a Gesù nel deserto.
Ironia della sorte a riportare sulla terra dal lontano pianeta della filosofia, è un luogo chiamato Pace. Non entro nel merito dell’ impossibilità di evitare l’ordinanza firmata alla vigilia di Pasqua da Accorinti e che autorizza lo stoccaggio dei rifiuti a Pace. Non discuto sul fatto che si tratta di un provvedimento “provvisorio” di sei mesi adottato nella città nella quale il temporaneo è definitivo. Non discuto sul fatto che da tempo i rifiuti venivano lasciati lì in attesa di essere trasportati in discarica. Semplicemente mi pongo delle domande, da ignorante in materia ambientale.
Mi permetto di obiettare che se uno solo degli inguardabili devastatori, ex amministratori avesse firmato un’analoga ordinanza, ce lo saremmo sbranato vivo, e il primo a protestare sarebbe stato l’attuale assessore all’ambiente Daniele Ialacqua. Mi permetto solo di obiettare, che nei fatti, Pace sta diventando, temporaneamente o meno, una discarica. E se un amministratore è costretto a prendere una decisione, sia pure spiacevole, sia pure impopolare, deve prendersi totalmente le responsabilità senza distinguo, senza pensare che finché lo facevano altri si trattava di una scelta sbagliata e se lo fanno i puri diventa automaticamente e senza discussione una soluzione corretta.
Questa è la politica, questo è amministrare: prendersi totalmente le responsabilità di una decisione, qualunque essa sia, senza cercare alibi o scappatoie.
Io, ripeto, da ignorante in materia di tutela dell’ambiente, non so se stoccare i rifiuti a Pace, (per un’ora, 24 ore o più) sia l’unica soluzione possibile, ma la domanda la porrei, a Ialacqua e non in qualità di assessore, la porrei tornando indietro nel tempo, gliela farei come se oggi fosse aprile 2013,o aprile 2012 quando non era assessore ma presidente di Legambiente dei Peloritani. Gli chiederei se scaricare a Pace sia davvero inevitabile. A naso, nel vero senso della parola, mi sembra che tanto corretto sotto il profilo ambientale non sia, per tutta una serie di problemi, sollevati, in splendida solitudine, dalla presidente provinciale della Federazione dei Verdi Raffaella Spadaro e da Placido Smedile. Mi chiedo se sia una scelta inevitabile e se sia accettabile il fatto che dopo dieci mesi di amministrazione non si sia trovato qualcosa di meglio che scaricare rifiuti ad un passo dalla costa, dal centro abitato. Non bastano le parole a trasformare un’area di stoccaggio inadeguata in un parco floreale. Le cose non cambiano aspetto in base a chi pronuncia le parole. Quindi un’area di stoccaggio inadeguata resta un’area di stoccaggio inadeguata anche se a definirla tale è Mastro Lindo.
E’ bello protestare e dire no a prescindere, in nome degli ideali, dei diritti e delle tutele. Ma amministrare è un’altra cosa,perché incappi in quei tranelli del destino come questo della discarica di Pace.
Presumo che Ialacqua ambientalista avrebbe contestato Ialacqua assessore. Presumo che Accorinti ambientalista avrebbe contestato Accorinti sindaco. Presumo che, se iniziano a scaricarti i rifiuti a meno di 2 Km da casa tua e dal tuo giardino, protesti. Presumo che in cima al corteo ci sarebbe stato Accorinti, esattamente come adesso è in testa alla processione delle Barette e della Vara. Presumo che in corteo ci sarebbe stato anche Ialacqua ambientalista.
Posso anche sbagliarmi, è chiaro. Però vorrei che qualcuno desse una risposta ai miei dubbi. I rischi sono legati alle esalazioni gassose, che causano disturbi ai residenti anche a 2 km dall’area della discarica,fenomeno che va aggravandosi con l’estate e con le alte temperature. Ci sono i rischi collegati all’inquinamento delle falde acquifere e alla contaminazione nelle zone limitrofe, causate dal percolato prodotto, fenomeno che si aggrava se ci sono falle nell’ impermeabilizzazione. E qui mi chiedo, ma il sito di Pace è attrezzato in modo adeguato? La Spadaro ha fatto precisi riferimenti al serbatoio per il percolato ed alla pavimentazione in cemento, alla griglia inadeguata, per non parlare dei dubbi su dove andranno a finire i liquami, interventi che non sappiamo se siano stati fatti tra Pasqua e Pasquetta…E se sono stati effettuati in precedenza, equivarrebbe ad ammettere che a Pace si sta facendo una discarica.
Non convince neanche la dichiarazione di Ialacqua a proposito dell’ordinanza che avrebbe legalizzato una situazione di illegalità, ovvero il fatto che i rifiuti venivano già stoccati a Pace.
“Abbiamo creato un percorso di legalità nella gestione della piattaforma di Pace che grazie a questa ordinanza, potrà essere utilizzata legalmente per il deposito provvisorio di rifiuti- ha detto- Ciò non significa che prima non accadesse, adesso abbiamo solo regolamentato in che tempi e modi si potrà fare”.
Affermare che si sta legalizzando ciò che era illegale fino a poche ore prima mi inquieta, perché legalizzare facendo un’ordinanza non equivale, ipso facto, a cancellare l’illegalità. Se fosse così, allora basterebbe un’ordinanza per, ad esempio, rendere legale l’abusivismo edilizio. Il fatto che i rifiuti finissero temporaneamente a Pace non significa che sia giusto. L’assessore rivendica l’aver tolto il velo d’ipocrisia sul fatto che a Pace i rifiuti venivano accatastati a terra nei periodi d’emergenza e che adesso ciò avverrà alla luce del sole.
Mi spiace, ma io mi aspetto di più da chi amministra. Mi aspetto soluzioni adeguate per evitare di ripetere gli stessi errori degli Attila che sono venuti prima e che hanno lasciato terra bruciata. Se tu dici che prima di te c’è stato Attila e poi come unico provvedimento, rendi legale e visibile l’attività di Attila non hai cambiato nulla. Non hai cambiato gestione. Non hai cambiato sistema. Lo hai “reso visibile” ma non hai cambiato una virgola.
Rosaria Brancato