Milazzo, il Comune nega accesso agli atti all’associazione antimafia Rita Atria

“Se si vuol fare vera antimafia nelle amministrazioni, piuttosto che intitolare aule ai caduti nella lotta alla mafia, sarebbe opportuno iniziare a mostrare più trasparenza“. Così l’associazione Rita Atria di Milazzo ha commentato la scelta del Comune di negare l’accesso ad atti riguardanti i provvedimenti disciplinari e cautelari, le azioni di reintegrazione in servizio e atti consequenziali presi dall’amministrazione comunale di Milazzo negli ultimi cinque anni nei confronti del proprio personale dipendente. “Ne prendiamo atto, traendone le relative valutazioni politiche” – aggiunge l’associazione antimafia – “visto che in campagna elettorale, tra gli slogan dell’attuale sindaco Giovanni Formica, c’era quello della trasparenza”.

La vicenda ha inizio lo scorso ottobre, quando l’associazione di Nadia Furnari e Santina Latella presenta un’istanza di accesso agli atti, per chiarire alcuni fatti di cronaca che hanno riguardato il Comune di Milazzo. “Dopo un mese, e solo su nostro sollecito, ci veniva risposto che l’istanza non poteva essere accolta, in quanto le finalità statutarie della nostra associazione non configurano, di per sé, un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata agli atti di cui si chiede l’accesso” – si legge nel comunicato dell’associazione.

“Nella nostra nota di replica, inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica competente” – continua il documento – “è stato fatto presente che lo statuto dell’associazione antimafie Rita Atria prevede di promuovere una cultura della responsabilità contro coloro che abusano e violano i doveri della funzione pubblica affidatagli e promuovere l’elaborazione di strategie di lotta non violenta contro la corruzione, la violazione dei principi costituzionali e gli abusi di potere. Inoltre in passato, proprio in virtù di un interesse diretto, concreto e attuale, ha diverse volte fatto istanza e ottenuto l’accesso agli atti delle pubbliche amministrazioni, come nel caso delle amministrazioni comunali di Milazzo e di Barcellona Pozzo di Gotto; in quest’ultimo caso, da quell’azione è scaturita un’indagine della Procura della Repubblica, sfociata poi in un processo, attualmente pendente, nel quale la nostra associazione è stata ammessa come parte civile, così come è stata ammessa come parte civile anche in altri processi collegati a provvedimenti presi da pubbliche amministrazioni”.