Atm, l’Orsa: non è tutto oro ciò che luccica. E lancia l’allarme per la chiusura dell’azienda nel 2017

«Sicuramente ci sono più autobus in strada, ma questo è sufficiente per dire che c’ è una gestione sana dell’azienda ? » Il segretario regionale del sindacato Orsa, Mariano Massaro, è tornato ad accendere i riflettori sull’Atm formulando, nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sala Ovale di palazzo Zanca, le domande che avrebbe voluto rivolgere direttamente all’assessore Gaetano Cacciola in occasione della due sedute della commissione consiliare viabilità, a cui ha personalmente partecipato ma dove non è stato possibile avviare il confronto a causa dell’assenza –sempre giustificata – dell’esponente della giunta.

«E’ legittima la presenza in ATM del Commissario Speciale, Domenico Manna, con l’emergenza ambientale cessata da tempo?E’ legittima la nomina diretta del Direttore Generale ATM, senza passare da selezione pubblica prevista nell’art. 23 dello Statuto Aziendale?» . Il sindacato ha ricordato inoltre che a giugno scade il mandato conferito a Foti e si chiede se sarà rinnovato per la terza volta l’incarico senza selezione .

«A questi quesiti avremmo gradito una riposta, così non è stato» ha commentato ancora Massaro, non limitandosi ai tre interrogativi ma criticando la gestione Foti nel suo complesso: «sarebbe opportuno conoscere il motivo per cui un’azienda che si auto-dichiara in ripresa economica non ha ancora riconosciuto gli arretrati contrattuali che i lavoratori aspettano da gennaio; sapere se ad altri lavoratori precari non sarà rinnovato il contratto di lavoro aggiornato mensilmente; capire perché agli Ausiliari del Traffico non è stato ancora riconosciuto l’orario full-time nonostante l’evidente impegno di questi lavoratori spesso utilizzati, sottocosto, in ruoli oltre le loro mansioni; capire perché non si trovano le risorse per ottemperare alla sentenza del tribunale che ha disposto di risarcire i lavoratori dall’errata applicazione della Legge Brunetta in ATM».

Massaro è poi tornato ad evidenziare che Foti, in quanto architetto e non ingegnere, non avrebbe neanche avuto i requisiti previsti dallo Statuto dell’Atm per fare i direttore generale dell’azienda trasporti e in ogni caso chiede di sapere quali sono «i livelli di produzione che il D.G. dovrebbe raggiungere per incassare il premio previsto nel suo contratto oltre le normali competenze» e se esiste un conflitto di interessi per Foti , visto che proviene dalla Gtt di Torino con cui il Comune di Messina ha firmato un accordo.

Se Massaro ha affrontato la questione Atm più dal punto di vista “politico” , è stato Giovanni Burgio ad evidenziare le perplessità del sindacato sul contratto di servizio , sottolineando in particolare le discrasie tra le previsioni contenute nell’atto ed i numeri reali relativi al kilometraggio effettuato, tanto dal gommato quanto dal tram, da cui dipende l’erogazione dei contributi regionali a beneficio dell’azienda. «Per il 2015 – ha spiegato Burgio – il contratto di servizio prevedeva per gli autobus oltre 3,500 Km ma ne sono stati percorsi poco più di 3 mila; anche per il tram i dati reali sono inferiori alle previsione di circa 60mila Km ». L’Orsa è convinta, e lo ribadisce da tempo, che l’Atm non potrà sostenere le previsioni contenute nel Piano decennale di riequilibrio e di conseguenza non riuscirà a reggere economicamente la progressiva riduzione del trasferimento di somme da parte del Comune, come prevede la manovra finanziaria.

Nella conferenza stampa di oggi non poteva mancare il capitolo autisti. Solo 200 quelli in forza all’Atm, di cui 160 destinati alla guida degli autobus e 40 alla guida dei tram . «Per fare km servono mezzi e uomini e servirebbero almeno 300 autisti. Non è una soluzione accettabile l’assunzione di autisti per pochi mesi quando in azienda ci sono lavoratori con questa qualifica che stanno negli uffici», ha spiegato Burgio, ricordando che l’Atm ha 550 dipendenti.

«Oggi come ieri– hanno detto sia Massaro cheBurgio – c’è una pessima distribuzione del personale».

Il sindacato Orsa si è detto inoltre particolarmente preoccupato per il futuro dell’azienda in vista di quel «passaggio della gestione del trasporto pubblico locale ad unico soggetto gestore in house “multiservizi “ con contestuale chiusura dell’Atm in data 1 gennaio 2017», previsto dal piano di razionalizzazione sfornato dalla giunta Accorinti.

«Chi ci garantisce che la Multiservizi sarà un soggetto pubblico e non privato?», il dubbio che assale il sindacato Orsa, che teme per le sorti dei lavoratori.

Massaro e Burgio hanno, infine, fatto sapere che la loro battaglia andrà avanti sino a quando le loro domande non troveranno risposta e sarà garantita la dovuta trasparenza negli atti e nelle scelte aziendali, così come prevede la legge.

Danila La Torre