«I debiti dell’Atm vanno riconosciuti. E ci vuole un manager qualificato»

Non si può continuare a far finta di niente. E mettendo l’Atm in liquidazione, si rinvia solo il problema senza risolvere nulla e soprattutto continuando in un’inadempienza del Comune, il mancato riconoscimento dei debiti dell’azienda. Questo il punto della conferenza stampa dei consiglieri comunali di Fli Nello Pergolizzi e Pippo Trischitta, che non hanno perso l’occasione per prendere di mira il sindaco Buzzanca: «L’Atm è del Comune e il Comune non può tirarsi fuori dalle responsabilità. I commissari che si sono succeduti hanno fallito e con loro ha fallito chi li ha scelti. Ossia il sindaco». Contestata anche l’ultima scelta, quella di Santi Alligo come nuovo commissario: «Alla guida dell’Atm ci vuole un manager qualificato che abbia esperienza di trasporti e predisponga un piano aziendale vero, non un ex questore o un segretario generale di un Comune che proprio in quanto tale ha ben altro a cui pensare».

I finiani si dicono contro il piano che condurrà alla messa in liquidazione, «buono solo per posticipare alla prossima legislatura il problema, dando la scusa nel frattempo per non iscrivere a bilancio i debiti dell’azienda». La proposta, dunque, è sostanzialmente una: predisporre un bilancio straordinario, come già aveva pensato di fare l’Amministrazione comunale un anno fa, tornando poi sui suoi passi, facendo approvare al consiglio comunale tutti i debiti pregressi. «E’ un obbligo del Comune, non una facoltà di scelta. Ci sono alcuni debiti che vengono contestati? Allora si stornino questi, in una prima fase, e si riconoscano gli altri». A spaventare è l’enorme cifra, 51 milioni di euro, che porterebbe al dissesto finanziario: «Se la legge dice questo, noi non possiamo farci nulla, ma il Comune è tenuto a saldare i debiti. Se non li riconosce allora si avviino azioni di responsabilità nei confronti di chi ha prodotto debiti ritenuti non validi». Secondo Pergolizzi e Trischitta «i bilanci comunali che non hanno tenuto conto dei debiti dell’Atm non sono veritieri» ed è arrivato il momento che «visto che alla guida dell’azienda c’è un uomo del Comune, Alligo, lui e il ragioniere generale Coglitore si siedano attorno a un tavolo e giungano ad una soluzione condivisa». C’è anche un’altra proposta, avanzata da Trischitta. «Si storni una parte del personale, 100-120 unità, alla Polizia municipale. Perché è ovvio che se in circolo ci sono una ventina di autobus, in tanti sono fermi a non far nulla, in azienda».

Anche se l’obiettivo, per un’azienda di trasporto pubblico degna di questo nome, dovrebbe essere quello di incrementare il numero dei mezzi, piuttosto che prendere atto della pochezza degli stessi rinunciando agli autisti. Ma l’Atm è un’azienda di trasporto pubblico degna di questo nome?