Piano per la mobilità: bocciatura dal Movimento 5 Stelle, giudizio in “stand-by” per il Pd

Il piano per la mobilità è stato presentato solo avantieri (vedi correlato), ma già le reazioni, perlopiù negative, non si contano. E’ la volta del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle che, dopo l’intervento a favore del comitato Addiopizzo, per i recenti fatti della vigilia di Ferragosto, torna a far sentire la propria opinione definendo il piano presentato dall’assessore Capone, “un’enorme scatola vuota priva di qualsiasi interesse e contenuto”.

Secondo gli attivisti, la nuova società non avrà nulla di diverso dalla vecchia Atm, “se non un differente nome da coniare per sfuggire ai creditori ed allo Stato, che con l’imposizione della regolarità contributiva (DURC), ovviamente negativa, priva la vecchia ATM ad operare sul mercato e quindi la destina alla liquidazione”.

“Cosa c’è di diverso – si chiedono – fra ciò a cui stiamo assistendo, e la moltitudine di aziende che aprono, si indebitano, falliscono, per poi risorgere sotto altro nome, sotto l’abile regia del maneggione di turno? Con l’aggravante che i debiti del maneggione, questa volta, li paga la collettività. Se siamo all’ultimo posto nella classifica italiana del trasporto pubblico urbano, e nel rapporto con i lavoratori perennemente in agitazione per i cronici ritardi degli stipendi, le responsabilità dovranno essere di qualcuno, o no?”

Il movimento analizza la situazione contemplando diversi aspetti, prima quello delle responsabilità: “Riteniamo sia assurdo affidare un’azienda allo stesso gruppo di politici e dirigenti che ne hanno decretato il fallimento, con circa 50 milioni di euro da pagare a carico della collettività, con una gestione fallimentare nel servizio”; poi quello tecnico: “Il progetto di Innovabic risulta banale ed assolutamente criticabile: si auspica infatti la creazioni di nuovi parcheggi, altro cemento, il raddoppio delle corsie degli svincoli e nuove piste ciclabili (senza spiegare dove e come). Risulta assente una progettualità tesa a depressurizzare le aree del tessuto economico e sociale della città, ed ad una pedonalizzazione integrata ed estesa e capace di dare un respiro nuovo e moderno alla città ed alla sua vocazione turistica. Prova ne sia la parolina magica, “eventuale”, riferita alla gestione ed utilizzo di servizi quali Bike-Sharing e Car-Sharing, che invece, insieme a tutti quegli strumenti innovativi conosciuti nel resto del mondo, dovrebbero essere i punti fondamentali di una “moderna” mobilità urbana, a partire dall’informazione e sensibilizzazione dei cittadini in merito”.

5 stelle conclude: “Appare del tutto evidente come questo nuovo piano ponga le proprie basi su una gestione che nulla di diverso ha rispetto al passato. Non servono SPA, consigli di amministrazione, amministratori delegati super-pagati, società private o miste o amenità del genere per far funzionare il sistema dei trasporti. Qualsiasi strumento, anche il più virtuoso, se gestito come siamo stati abituati dalla politica messinese, diventa uno dei classici strumenti per creare clientele e sperpero di denaro pubblico. Ciò che serve è un’amministrazione pubblica formata da dirigenti che sappiano far funzionare le cose e che siano sotto il diretto controllo della politica e servono amministratori eletti dai cittadini che si prendano la responsabilità politica delle proprie azioni e che vadano a casa se le cose non funzionano. Ci domandiamo chi dei politici che hanno portato a questo sfacelo (che pagano come sempre i lavoratori e le loro famiglie) si sia preso questo tipo di responsabilità. La risposta è sotto gli occhi di tutti: nessuno.

Non dissimili le critiche da parte del Partito Democratico, che aveva presentato in Consiglio comunale una proposta alternativa a quella dell’Amministrazione: “Analizzeremo il piano presentato da Capone ma non condividiamo l’atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale in quanto la trasformazione dell’Atm, a nostro avviso, doveva assicurare un nuovo assetto societario alleggerito dal carico debitorio, al fine di attrarre gli investimenti privati che si renderanno necessari per introdurre un maggiore rigore manageriale e garantire gli investimenti necessari per il rilancio. Il confronto dovrà comunque aprirsi in Consiglio Comunale”.

Anche il Pd, per voce del segretario cittadino Giuseppe Grioli, non si esime dal criticare la gestione dell’azienda: “In 5 anni si sono avvicendati numerosi commissari e consulenti che non hanno prodotto uno straccio di proposta di rilancio del servizio. Faremo la nostra parte, approfondendo il piano presentato da Innovabic ma il tempo perduto renderà complicatissimo il rilancio del trasporto pubblico”.