Responsabilità civile dei magistrati. Lo Forte: “Minata la credibilità, il pericolo è la delegittimazione”

“La nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati nasce da un fraintendimento di una sentenza della Corte di Giustizia Europea, a sua volta nata da un altro fraintendimento”.
Ha esordito così Guido Lo Forte, il Procuratore Capo di Messina, nell’intervenire al convegno “Travisamento del fatto e delle prove”, organizzato dal Sostituto Procuratore Antonio Carchietti.

Approvata alla Camera lo scorso 24 febbraio, la nuova legge di fatto riforma la legge Vassalli del 1988 introducendo alcune novità sostanziali. Se da un lato viene mantenuta l’impostazione di responsabilità indiretta (il cittadino cita lo Stato e questo si rivale nei confronti del giudice), dall’altro viene allargata la possibilità del singolo di fare ricorso, viene innalzata la soglia economica di rivalsa del danno, viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi e, in particolare, viene ammessa una responsabilità in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.

“Innanzitutto bisogna partire dal concetto di ‘fatto’”, ha spiegato Lo Forte, sottolineando la differenza tra travisamento e svalutazione.
“Se, ad esempio, in un’intercettazione viene riferita la frase ‘portami cavalli in albergo’, di certo dire ‘portami pasticcini’ si deve considerare un travisamento. Ma ben altro è svalutare il significato. Perché può essere che un fatto deve essere inquadrato in una ricostruzione complessiva di tutti gli atti processuali. E può essere che, in realtà, quando si parla di ‘cavalli’ ci si riferisce a qualcos’altro, a droga. Ecco che la valutazione diviene più complessa”.

Una legge, quella sulla responsabilità civile dei magistrati, che è destinata a far discutere parecchio.

“Il rischio è che venga delegittimato lo stesso magistrato – ha continuato il Procuratore Capo – proprio perché tende a cadere la credibilità di determinate attività della magistratura. Con la nefasta conseguenza che dai magistrati venga fuori un atteggiamento difensivo”.

Una posizione, quella di Lo Forte, ricalcata anche da Giacomo Fumu, Consigliere presso la Suprema Corte di Cassazione, che ha principalmente focalizzato l’attenzione sulla parte “storica” della vecchia legge Vassalli e sulle novità sostanziali della nuova.
In particolare, l’introduzione della colpa grave nel “travisamento del fatto o delle prove” è un’aggiunta rispetto alla Legge Vassalli che, nel mondo della magistratura, pesa. Se prima, infatti, la responsabilità era presente quando un magistrato affermava un fatto inesistente, ne negava uno accertato nel processo o emetteva un ordine di custodia cautelare senza motivi o presupposti di legge, adesso il campo si amplia.
Anche l’Associazione Nazionale dei Magistrati si era espressa negativamente sulla nuova legge definendola “pessimo segnale” e battendo, in particolare, sulla possibilità troppo facile per chi ha subito un danno dalla giustizia di poter richiedere i danni allo Stato, che a sua volta ha l’obbligo di rivalersi sul magistrato. “La soppressione del filtro – ha concluso Lo Forte – è un elemento ancor più pericoloso. La verifica dei presupposti e la valutazione di manifesta infondatezza che erano affidate al tribunale distrettuale adesso sono cancellate”.