teatro

“Tricomia”  Una struggente preghiera beckettiana in tre atti dall’insolita forma concertistica

Sabato 30 aprile, serale d’effetto ai Magazzini del Sale, una densa prima assoluta, una nuova mirabile produzione “Nutrimenti Terrestri”, in unica replica, nel segno all’indiscusso drammaturgo irlandese Samuel Beckett

.

Una intensa Margherita Smedile alla… Voce (e che recitazione!) di atti unici resi in forma di concerto, e segnatamente “Non Io”, “Dondolo” e “Parole e Musica”, all’unisono con i valenti Maestri Marco Spadaro (alla chitarra elettrica e al Kalimba) e Alfredo Restuccia (ai sassofoni, pianoforte elettrico e surdo).

La prima piece della trilogia è dirompente, nell’interpretazione di una donna della cd. terza età che, dopo aver trascorso un’esistenza sepolta in un bianco silenzio, a 70 anni (ex abrupto) dà vita ad un profluvio di parole, che finalmente sgorgano da quel suo organismo come pietrificato…. e divengono impetuose e irrefrenabili…. quasi bambinesche, da adulta mancata, nata orfana e avvezza a non esserci e a non contare, neanche per se stessa.

E poi la poesia melanconica di “Dondolo”, con quella filastrocca che contrassegna lo scorrere temporale esistenziale di una vecchia donna… che, tornata all’infanzia, trova consolatorio riposo, cullata dalla dolce ninnananna… e quel canto delicato si accorda perfettamente alla dolce musica che in modo appropriato l’accompagna.

Infine, Margherita Smedile ci ha sapientemente condotti attraverso il dialogo fra le Parole e la Musica (con le sollecitazioni di Croak) nell’omonimo script, che ha toccato, oltre quello che ha costituito fil rouge della “Tricomia”, la vecchiezza, variamente declinata, altri temi, quali l’accidia e l’amore…. quali connotanti le umane vite… contrassegnate da pesanti oneri nella diuturna ricerca dell’Armonia. In particolare,quanto al Radiodramma “WORDS AND MUSIC ”, dalla critica concepito con valenza diversificata, la voce umana e la musica rappresentano entità partecipanti alla azione drammaturgica e sono allegorizzate.., con quest’ultima, ribattezzata Bob, e le Parole, altrimenti dette Joe, e, quali servitori di un signore assai vecchio, intriso di poesia, ricevono la consegna di comporre temi musicali imperniati sull’amore. che potrebbero consentire al loro Padrone di dar vita a poemi che non siano gracidii tout court (da qui il nomen Croak, id est gracidio). Le tenzoni fra i co-protagonisti genereranno, però, un risultato insoddisfacente e il vecchio Dominus abbandonerà i due gregari, con grande avvilimento. Per la prima volta in una sua opera Beckett rinunciò a comporre la parte di un personaggio. Musica, infatti, trova espressione attraverso le sonorità, appunto.

La maestria della Smedile ha reso perfettamente, con consistenza anche corporea, attraverso meri cambi di abito, accessori e tonalità espressive, oltrechè vocali, ognuno dei personaggi in rappresentazione, talora facendo uso del canto.

Le consone musiche degli stessi Maestri Spadaro, Restuccia e della grande interprete Margherita Smedile, in uno alla video art di Alessandro Turchi (che nei primi due atti dà valida e evocativa significanza al testo) e al disegno di luci (e l’audio) di Stefano Barbagallo, si sono fusi alla perfezione, impreziosendo ancor più la drammatizzazione sublime, perturbante e sofferta di una artista d’eccezione che, una volta ancora, ha reso contributo determinante nella messa a punto di una performance d’eccellenza.

In conclusione, un convinto plauso al Teatro dei Naviganti per una mise en scene mai patinata e di maniera, che ha colpito al cuore i numerosi e partecipi spettatori, come testimoniato dagli scroscianti, prolungati applausi liberatori, che ne hanno siglato la felice riuscita.