La vergogna di Capo Peloro emblema di una città allo sbando

Una vergogna. Non può essere definita altrimenti la condizione in cui si trova la spiaggia ai piedi del mitico Pilone, che se deve “illuminare” il degrado sottostante è meglio che rimanga spento. La spiaggia di Capo Peloro, meta preferita dei giovani e delle famiglie, fa inorridire. Il consigliere comunale di Fli Pippo Trischitta, che è anche vicepresidente del Consiglio, ha presentato stamani un dossier fotografico sullo stato in cui versava quel tratto di litorale domenica scorsa, nel giorno di massimo afflusso dei messinesi. Ad impressionare è la tranquilla convivenza dei bagnanti con i mucchi di pattume sparsi qua e là tra quella che dovrebbe essere una parte di riserva naturale. Trischitta se la prende con tutti, col sindaco Buzzanca perché «a mia memoria la città non è mai stata così sporca», ma anche col presidente della Provincia Ricevuto, «perché quel tratto di litorale pare sia di competenza di Palazzo dei Leoni». Di chiunque sia la pertinenza dell’area, il risultato non cambia: vergogna è e vergogna rimane.

«Quella di domenica scorsa – ha attaccato Trischitta – è una delle pagine più tristi della pulizia delle spiagge. E’ stato trovato persino un topo morto utilizzato per fare uno scherzo. I ragazzi prendono il sole in mezzo alla spazzatura. E questo è solo una piccola parte, l’emblema di ciò che sta succedendo in città. Le autorità preposte devono intervenire. Ma mi rivolgo anche alle associazioni. Vedi Legambiente, che ormai si limita a distribuire carbone salvo poi non intervenire su questo argomento. O l’associazione No Ponte, che è contraria all’opera perché deturperebbe un’area proposta come patrimonio dell’umanità ma di fronte a questo schifo non dice nulla».