Dopo cinquant’anni Taormina potrebbe riavere il suo casinò

Un casinò a Taormina, perché no? Parola di assessore. Per Michela Stancheris, ieri in visita nel Ragusano, non permettere l’apertura delle case da gioco è solo un’ipocrisia. "Dobbiamo smetterla di dire che il gioco è rischioso e, quindi, osteggiare l'apertura dei casinò, quando permettiamo quotidianamente le slot, i gratta e vinci e il gioco on line – ha dichiarato la funzionaria regionale al Turismo”. Oltre Taormina l’altro centro indicato dalla Stancheris è Cefalù nella costa occidentale siciliana.

Per la Perla dello Jonio significherebbe un salto nel passato. Erano gli anni Sessanta quando a Taormina fu aperto il primo casinò nella villa Mon Repos. Ma la casa da gioco, gestita da Domenico Guaraschelli, non ebbe fortuna. Aperto nel 1963, il casinò venne chiuso dalla magistratura già nel 1964 che ritirò la licenza. Quel periodo fu breve ma intenso, così lo ricordano tutto. Il casinò Guaraschelli divenne meta preferita dalle star internazionali. Marlene Dietrich, Gregory Peck, Cary Grant sono solo alcuni dei nomi più importanti dell’epoca rimasti nella storia per aver varcato la soglia del casinò taorminese.

Salto nel passato dunque ma anche verso il futuro. Il casinò rappresenta infatti per Taormina una “speranza” per il rilancio economico della città, vessata da una situazione finanziaria non semplice. Al centro dell’interesse politico soprattutto degli ultimi anni, il casinò potrebbe davvero portare una ventata di respiro nella città del centauro. Del resto e senza andare troppo lontano, in tutta l’Europa le sale da gioco rappresentano una fonte trainante per il turismo. La posizione dell’assessore Stancheris costituisce un’apertura importante e fa sperare. Dopo 50 anni, chissà, Taormina potrebbe riavere il suo casinò.

Giusy Briguglio