Castelmola, no al traliccio di 40 metri sul Monte Venere: Tar rigetta ricorso contro il Comune

La prima sezione del Tribunale amministrativo di Catania ha rigettato, perché infondato, il ricorso presentato da una ditta contro il Comune di Castelmola, che si era opposto alla realizzazione di un traliccio dell’altezza di quaranta metri e delle relative apparecchiature tecnologiche di supporto nei pressi del Monte Venere. La domanda di autorizzazione risale al 2012 e sin dal primo momento l’ente locale aveva bloccato l’iter chiedendo di integrare la pratica con il parere della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Messina. E non solo. Trattandosi di opera di urbanizzazione primaria da eseguirsi in zona a rischio idrogeologico, si era chiesto anche di integrare con il parere del Genio Civile di Messina.

Accogliendo le ragioni del Comune di Castelmola, il collegio ha ritenuto necessaria l’acquisizione del parere delle autorità preposte al vincolo paesaggistico. Anche in virtù delle proporzioni dell’impianto, prerogativa che rende obbligatoria la valutazione dell’impatto ambientale. Tali dimensioni sarebbero di gran lunga superiori all’altezza degli edifici circostanti e comprometterebbero le finalità di rifugio naturale della fauna stanziale e migratoria dell’oasi di pregio naturalistico in cui si vorrebbe realizzare la stazione radio base. Altrettanto necessaria risulta l’acquisizione del parere del Genio civile considerata l’adiacenza dell’area ad una zona a rischio geomorfologico. Il Comune ha affidato la pratica legale al prof. Aldo Tigano. Il sindaco di Castelmola, Orlando Russo, ha accolto il responso del Tar con “grande soddisfazione. Abbiamo conservato la dignità del nostro territorio. Lasciando la sua bellezza intatta per quanti vi risiedono e quanti vi si recano per ammirarlo”.

C. Casp.