D’Alia: “Mai cambiato idea sul Ponte. Lo dimostrano gli atti sin dal 2003”

“Sul Ponte non ho mai cambiato idea, e lo dimostrano atti che risalgono al 2003, sia nella qualità di assessore all’urbanistica che negli anni successivi quale parlamentare. Atti e dichiarazioni che da oggi sono visionabili sul mio sito ufficiale e che diffonderò anche tramite facebook , twitter. La mia dichiarazione dei redditi e quella di mia moglie sono pubblicate sul sito del Senato. Tutto è sotto gli occhi di tutti, adesso come prima”.

Non ci sta il senatore Gianpiero D’Alia, segretario regionale dell’Udc a finire nel tritacarne delle polemiche ad una settimana esatta dalle elezioni, in seguito all’articolo pubblicato da Stella sul Corriere della Sera dal titolo “Il senatore compra casa e cambia idea sul Ponte”. Non ci sta e mette tutto in rete (correlati in allegato Tempostretto pubblica tutti gli atti e la documentazione), dai dati catastali della casa acquistata dalla moglie a Torre Faro (da pagare con mutuo decennale), alla planimetria, passando per tutti gli atti parlamentari, question time, dal 2006 ad oggi, nonché la proposta di delibera del 2003, ritirata dall’allora sindaco Buzzanca, nella quale, da assessore all’urbanista D’Alia scriveva chiaro e tondo che il Ponte, in quel modo, a quelle condizioni e con quel progetto, “non s’ha da fare”. Non sulla testa dei messinesi. Ma Buzzanca il 4 agosto 2003 prese la delibera che era all’ordine del giorno in Consiglio comunale e la ritirò. Il resto è storia.

“Andiamo per ordine- spiega Gianpiero D’Alia- Due sono gli aspetti da puntualizzare: la mia idea sul Ponte è sempre stata la stessa, peraltro chiara e pubblica. Secondo punto: mia moglie non ha affatto acquistato una villa immensa con piscina, lo dimostrano planimetria e dati catastali. L’abbiamo acquistata tramite agenzia ed a prezzo di mercato. La casa è di 87,87 metri quadri più 43,59 di cantinato non abitabile. Un totale di 130 mq, quindi non di 400 mq come sostiene Stella. Il giardino è di 500mq e non c’è spazio per piscina. Per pagarla mia moglie ha acceso un mutuo decennale e basta andare sul sito del Senato per vedere pubblicati on line sia i miei redditi che quelli di mia moglie”.

La villa è stata comprata nel dicembre del 2009, ed il senatore chiarisce che non è certo da quel momento che “è stato fulminato sulla via di Damasco” a proposito del Ponte, come ben sanno gli esponenti dei governi precedenti sia nazionali che locali, da Di Pietro a Matteoli passando appunto per l’ex sindaco (del 2003) Buzzanca.

“Per me parlano le delibere. Intanto la mia proposta del 2003, quando ero assessore all’urbanistica e studiai fascicolo per fascicolo la progettazione. Se il Ponte si costruisce sul territorio dove abita la mia gente è dovere di un amministratore leggere attentamente anche le virgole. L’ho fatta studiare ad ingegneri ed esperti, quindi ne ho concluso che l’opera in quel modo poneva problemi d’ingestibilità e incompatibilità col territorio. La mia proposta l’ho inviata in Consiglio, era all’ordine del giorno per il dibattito, ma il 4 agosto Buzzanca ,come sindaco, la fece ritirare”.

Le conclusioni della proposta presentata da D’Alia erano queste (vedi allegati): “L’opera così come prevista dal progetto non può integrarsi con il tessuto urbanizzato esistente a meno della programmazione e finanziamento di tutte le opere che consentono un sostenibile inserimento del manufatto. Risulta evidente che la viabilità esistente non è in grado di assorbire ulteriore carico (…) Tutte le opere integrative devono essere realizzate preventivamente”. La delibera analizzava tutti i punti critici conseguenti all’impatto dell’opera sulla viabilità, sia ferroviaria che stradale, e sulle conseguenze per l’intero territorio.

“ Nel 2006 vinse Prodi e sia lui che D’Alema erano favorevoli al Ponte, tranne la sinistra radicale. Si giunse ad una decisione salomonica che lasciò alla società dello Stretto, peraltro blindata, di poter costruire ponti ovunque tranne che in Italia. In Aula dissi:prendete una decisione chiara, o sì, o no. E con Luciano Violante presentai un ordine del giorno, approvato da Camera e Senato con il quale si chiedeva di utilizzare 250 milioni di euro dei fondi ex Fintecna per le opere necessarie al territorio, quali ad esempio la viabilità. Nel 2007 durante il Question Time chiesi a Di Pietro come intendeva bloccare la transazione di 480 milioni di euro una sorta di penale per l’impresa che in cambio riceveva l’affidamento diretto di una megacirconvallazione da Orto Liuzzo al Boccetta, che Di Pietro poi bloccò”.

Il 27 novembre 2008, durante il governo Berlusconi , il senatore messinese denunciò in Aula che le risorse destinate al territorio erano state stornate per coprire i tagli della famosa Ici cancellata dopo la vittoria delle elezioni. Dopo l’alluvione del 2009 Gianpiero D’Alia tornò alla carica, questa volta col ministro Matteoli ,ribadendo che il Ponte non si doveva fare se prima non veniva realizzata la messa in sicurezza del territorio.

“Io sono stato coerente. Ho detto no a questo progetto, sin da assessore, perché fa acqua da tutte le parti. Il Ponte non si fa mica perché lo dice D’Alia. Non si fa perché non ci sono i soldi. Perché il 60% delle spese deve essere coperto da capitali privati che in tempi di recessione mondiale non si trovano. Perché è difficilmente realizzabile dal punto di vista tecnico. Ciò che si fa è nascondere la verità per tornaconto personale e perché adesso c’è chi non sa più cosa dire ai propri elettori dopo aver mentito per anni”.

Rosaria Brancato

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