La fotografia di Messina nel Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano

Dai dati demografici a quelli sulla vivibilità, dal verde urbano alla mobilità, dall’uso del suolo all’approvvigionamento idrico. Questi e moltissimi altri gli argomenti del Rapporto Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, giunto al IX anno e presentato a Roma, alla presenza del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando.

Abbiamo analizzato i dati sulla città di Messina, nei principali settori che la riguardano.

DEMOGRAFIA

Su un campione dei 60 Comuni più grandi d’Italia, risultano 21 quelli dove si registra una diminuzione della popolazione e in 7 di questi (Messina, Trieste, Foggia, Catanzaro, Brindisi, Campobasso e Potenza) i tassi di crescita negativi si registrano sia nel capoluogo sia in provincia. Nei dati ufficiali del censimento 2001, Messina aveva una popolazione di 252mila 026 abitanti; nel 2011 scende a 243.262 abitanti.

NATURA e VERDE URBANO

Messina risulta essere la città italiana con la più alta quota di aree naturali protette, ben il 70 % del territorio. Seguono Venezia col 62,7 % e Cagliari col 51,1 % di superficie comunale di interesse naturalistico. Si è proceduto, però, ad una distinzione tra verde urbano e aree naturali protette e/o tutelate (prima incluse in verde urbano) che ha consentito di analizzarle con un indicatore separato.

E’ una distinzione che calza a pennello proprio per indicare la realtà messinese. Il dato sul verde urbano, infatti, crolla allo 0,7 %. Sul primo dato influisce la presenza sul territorio comunale dei colli messinesi e delle aree protette a ridosso della città; sul secondo la scarsissima presenza di aree verdi nel centro cittadino. Solo tre ville di una certa importanza ma comunque di dimensioni ridotte: villa Dante, villa Mazzini e villa Sabin. Percentuali più basse di verde nel centro città solo a Taranto (0,1%), Foggia, Andria e Brindisi (0,3%), Barletta e Siracusa (0,4%), Pistoia (0,5%) e Latina. In 8 città la percentuale di verde è invece superiore al 10%. Nel dettaglio sono, in ordine decrescente: Trento (32,2%), Monza (25,4%), Torino (16,5%), Como (15,8%), Potenza (14,0%), Pescara (13,4%), Milano (12,2%) e Cagliari (10,1%).

Messina non rientra nell’esame delle diverse tipologie di verde urbano (aree sportive all’aperto, orti urbani, forestazione urbana), perché ha una percentuale inferiore all’1 % . 28 comuni su 60, ovvero il 47 %, prevedono la rete ecologica nella loro strumentazione urbanistica (prg, piano urbanistico comunale, piano di assetto del territorio ecc.). Messina non rientra tra queste. In città non esiste un piano del verde né un regolamento del verde, mentre l’ultimo censimento del verde risale al 2004.

RIFIUTI e RACCOLTA DIFFERENZIATA

Specifici obiettivi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono individuati dal D.Lgs 152/2006 e dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”. Prevedono il raggiungimento di un livello di almeno il 50 % entro il 31 dicembre 2009, 60 % entro il 31 dicembre 2011 e 65 % entro il 31 dicembre 2012.

Nel 2010, a Messina la raccolta differenziata è al 3,8 %. Riesce a fare peggio solo Siracusa, al 2,4 %. Nel 2008 e nel 2009, Messina è all’ultimo posto col 2,9 e il 3,3 %. I maggiori livelli di raccolta differenziata si rilevano a Novara, che si attesta ad una percentuale vicina al 71%, Salerno supera il 70% (con un aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2009), e Trento arriva quasi al 59%. Tra il 2008 e il 2010, Salerno cresce di 50 punti percentuali, Caserta di 34, Ancona di 25. Da sottolineare che la raccolta di Napoli, seppur ancora ad un livello più basso di altre grandi città (17,5%), ha avuto un aumento rispetto al 2009 di quasi 8 punti percentuali.

PRODUZIONE RIFIUTI URBANI IN TONNELLATE

Il dato di produzione dei rifiuti in città resta comunque stabile. 123mila 739 tonnellate nel 2008, 122mila 863 nel 2009, 124.093 nel 2010. 508,42 kg pro capite nel 2008, 505,89 nel 2009, 511,72 nel 2010. Per fare un paragone con le città a noi vicine, i livelli sono leggermente più bassi a Reggio Calabria, ma più alti a Palermo e Siracusa e soprattutto a Catania, dove nel 2010 sono stati prodotti 746,59 kg di rifiuti per abitante all’anno.

REDDITO ANNUALE NECESSARIO PER ACQUISTARE UNA CASA DI BUONA QUALITA’ DI 60 METRI QUADRI

I valori per Messina sono nella media di quelli del Sud Italia. Il dato cresce dal 2003 al 2007 per poi calare fino al 2012. Nel 2003, serviva un reddito annuale di 24mila 256 euro; 2004: 25.856; 2005: 27.376; 2006: 29.024; 2007: 31.056; 2008: 30.656; 2009: 29.584; 2010: 29.280; 2011: 29.024; 2012: 27.968.

ACQUA – CONSUMI USO DOMESTICO

In dieci anni (2000-2011) gli italiani hanno ridotto il consumo domestico di acqua. In media è diminuito del 14,5. Messina è quella che, al contrario, ha aumentato l’uso dell’acqua in casa (+17,5%): dai 65,7 metri cubi per abitante ai 77,2 metri cubi per abitante. Un consumo maggiore si registra solo a Treviso, Udine, Catanzaro e Catania.

La città con la riduzione più significativa è Monza (- 48,4%), seguita da Parma (-34,5%) e Piacenza (-31,1%); Il fenomeno è da attribuirsi alla maggior attenzione degli italiani, visto che solo 3 città (Reggio Calabria, Palermo e Messina) hanno adottato misure di razionalizzazione nell’erogazione. Se però per Reggio e Palermo è un fenomeno più o meno costante negli anni, Messina vi fa ricorso solo negli ultimi due anni, il 2010 e il 2011. Percorso esattamente opposto, ad esempio, rispetto a quello di Catania, che vi fa ricorso per tutti gli anni dal 2001 al 2009, ma non nel 2010 e nel 2011.

CONFORMITA’ DEGLI SCARICHI ALLE NORME DI EMISSIONE

La conformità degli scarichi dei depuratori è stata calcolata confrontando i valori dei parametri degli effluenti degli impianti di depurazione con i limiti di emissione stabiliti dalla normativa, in termini di concentrazione (mg/l) o di percentuale di riduzione.

Su un carico generato di 220mila, Messina produce un carico depurato di 209mila, con una percentuale di carico conforme rispetto al totale depurato pari al 100 %. In questo campo, Messina si uniforma alle più virtuose città del nord, contrariamente alla situazione disastrosa delle vicine Palermo e Catania, che depurano solo il 20 % del carico generato con una percentuale nulla di carico conforme.

MONITORAGGIO ACQUE DI BALNEAZIONE – STAGIONI BALNEARI 2011-12

A partire dalla stagione balneare 2010, il controllo e la gestione delle acque di balneazione sono stati effettuati in Italia secondo le nuove regole stabilite dalla direttiva europea 2006/7/CE, recepita nell’ordinamento italiano con il decreto legislativo 30 maggio 2008, n.116, al quale è seguito il decreto attuativo 30 marzo 2010. In questo caso il dato è su base provinciale e la provincia di Messina si segnala per essere la più virtuosa in Italia per la conformità delle acque di balneazione.

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Nel 2008, l’Unione Europea ha lanciato il patto dei sindaci, coinvolgimento degli enti locali che si impegnano a ridurre i gas climalteranti di almeno il 20 % entro il 2020, tramite la stesura dell’Inventario di Base delle Emissioni (Bei) e del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes). Il Comune di Messina ha aderito al patto dei sindaci il 18 maggio 2011, ma non ha ancora approvato il Bei né il Paes. Altre città hanno promosso Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS), impianti fotovoltaici, giardini pensili e ristrutturazioni edilizie in Classe A.

INQUINAMENTO ACUSTICO

Il Piano di Classificazione acustica del territorio comunale, la cui predisposizione da parte dei Comuni è resa obbligatoria dalla Legge Quadro sull’inquinamento acustico, (L. 447/95, art.6,c.1), prevede la distinzione del territorio in sei classi omogenee, definite dalla normativa, sulla base della prevalente ed effettiva destinazione d’uso del territorio, con l’assegnazione a ciascuna zona omogenea dei valori limite acustici, espressi in Livello equivalente di pressione sonora (Leq), su due riferimenti temporali, diurno (06:00-22:00) e notturno (22:00-06:00). ll Piano risulta approvato in 36 città, esprimendo una percentuale del 60%. A Messina è stato approvato nel 2001 ma non è stata condotta la realizzazione sullo stato acustico.

I Comuni devono assicurare il Coordinamento dei Piani di Risanamento acustico comunale con il Piano Urbano del Traffico, o altro strumento avente le medesime finalità, e con i piani previsti dalla legislazione vigente in materia ambientale. Il Piano Urbano del Traffico risulta approvato in 55 delle 60 città considerate, Messina compresa, risultando lo strumento più diffuso, tra quelli esaminati, in ambito urbano e il cui obbligo legislativo di adozione risulta maggiormente rispettato. In 23 città sono stati realizzati anche studi per determinare la popolazione esposta al rumore, non a Messina.

INQUINAMENTO VEICOLARE

Analizzando il valore degli Euro 0 in rapporto alla totalità del parco circolante comunale, emerge che nelle città di Napoli e Catania le auto con questo standard emissivo rappresentano rispettivamente il 29,7 e il 23,3%. Quote al di sopra del 15% si rilevano inoltre nei comuni di Andria, Salerno, Barletta, Brindisi e Messina. Nella nostra città, dal 2006 al 2012, aumentano di oltre il 130 % le macchine Euro 4 (da 19mila 456 a 45mila 658) ma diminuiscono solo del 15 % gli Euro 0. Dal 2009 al 2012, aumentano di circa il 25 % le auto a Gpl, mentre dal 2006 al 2012 aumentano del 20 % quelle oltre i 2000 cc di cilindrata.

In generale, a Messina, il 64,4 % delle auto è alimentato a benzina, il 2,5 a Gpl, lo 0,2 a metano e il 32,9 % a gasolio. Dal 2006 al 2012, motocicli in aumento del 27,6 %, da 30.675 a 39.126, le autovetture inventano invece del 3 %: da 135.093 a 138.398.

NUMERO DI PASSEGGERI ANNUI TRASPORTATI DAI MEZZI PUBBLICI PER ABITANTE

Un po’ a sorpresa, dal 2000 al 2012, Messina risulta essere la quarta città italiana per incremento percentuale di passeggeri. Aumentano del 60 %, meno solo di Andria (+185%), Treviso (+66%) e Forlì (+66%). In decremento significativo, invece, Potenza (-52 %) e Catania (-57 %).

DISPONIBILITA’ DI AUTOBUS

Su questo fronte, invece, nessuna sorpresa. Solo Forlì fa registrare un dato peggiore (-33,4 %), mentre Messina si ferma a -32,1 %. Il dato è relativo, però, al 2011. Nel 2012 e nel 2013 ci sarà certamente un ulteriore peggioramento. Trend opposto a Catania (+ 61,9 %) e Salerno (+ 58,8 %).

A Messina, nel 2000 si contavano 3 vetture per 10mila abitanti, aumentate a 3,2 nel 2005, crollate a 2 nel 2011.

DISPONIBILITA’ DI TRAM

Milano (3,7 vetture per 10mila abitanti), Torino (2,3) e Bergamo (1,2) sono le città in cui esistono in proporzione più vetture tranviarie. Altre città sono comprese in un range tra i 0,7 di Padova e i 0,2 di Venezia. A Messina sono 0,5 nel 2005, 0,4 nel 2010, 0,3 nel 2011.

PISTE CICLABILI

A Messina, 9,7 metri di pista ciclabile ogni 1000 abitanti nel 2000, che salgono a 10,3 metri nel 2011. Numeri bassi ma superiori a quelli di Catania, Reggio Calabria, Potenza, Taranto, Napoli e Genova.

NUMERO DI STALLI DI SOSTA IN PARCHEGGIO DI CORRISPONDENZA PER 1000 VETTURE CIRCOLANTI

Messina si trova al 45esimo posto su 60 città, con circa 15 stalli di sosta per 1000 vetture circolanti. A Venezia sono 150, a Piacenza 75, Bergamo 60, Bologna, Cagliari e Bolzano 50. Le città che stanno peggio sono Sassari, Siracusa, Taranto, Barletta e Reggio Calabria.

TRAFFICO MERCI MARITTIME NEL 2011

Il porto di Messina non fa registrare traffico di rinfuse liquide e contenitori, appena 4mila 300 tonnellate di rinfuse solide e 326mila 441 tonnellate di altre merci. Elevato invece il traffico Ro-Ro con 6 milioni 112mila 050 tonnellate (è la linea marittima Messina – Salerno).

In alcuni porti del sud Italia, in particolare nei porti siciliani di Catania, Palermo e Messina, il peso percentuale del traffico di merci su navi Ro/Ro rappresenta oltre l’80% del traffico totale movimentato nel porto. In particolare, nel porto di Messina, tale percentuale raggiunge il 95%. Valori percentuali oltre il 60% si registrano anche a Bari e Salerno. In termini assoluti, il traffico di merci imbarcate su navi Ro/Ro raggiunge valori elevati nel porto di Livorno (quasi 11 milioni di tonnellate) e nei porti di Catania, Palermo, Napoli, Trieste, Messina, Salerno e Genova (tutti oltre 4 milioni di tonnellate).

TRAFFICO MARITTIMO PASSEGGERI

Rispetto ai dati registrati nel 2010, i porti di Genova (–14%), Messina (–12%), Livorno (–9%) e Trieste (–9%) hanno subito un forte decremento del traffico passeggeri, al contrario dei porti di Ravenna (+857%), Cagliari (+29%), Venezia (+9%) e La Spezia (+101%) che hanno visto aumentare il numero di passeggeri transitati nei loro scali.

In termini assoluti, il porto di Messina si conferma, come già nel 2010, il primo porto italiano con circa 8,5 milioni di passeggeri.

TURISMO CROCERISTICO

Nel 2011, il traffico crocieristico è in aumento praticamente in tutti i porti. A Ravenna del 1.608 %, a La Spezia del 101 %, Trieste dell’81 %, Cagliari del 45 %, Messina del 34 %. 1,8 milioni di passeggeri a Venezia, 1,3 milioni a Napoli, 1 milione a Livorno, 800mila a Genova, valori tra 500 e 600mila a Bari, Messina e Palermo.

Un altro aspetto considerato nel rapporto è quello del turismo accessibile per i disabili. Dal 1999 ad oggi, insieme ad altre 15 città, Messina non ha mai presentato nessun progetto a tal proposito.

ESERCIZI ALBERGHIERI

Tra il 2007 e il 2011, Messina è la seconda città italiana a far registrare un aumento di strutture. La prima è Siracusa, con 17 alberghi in più che costituiscono un aumento del 33 %. Messina registra un aumento del 25 %, da 19 a 24 alberghi. Aumentano, ma di pochissimo, anche i B & B, da 28 a 32. Il quadro complessivo, però, non è positivo. Il tasso di ricettività indica il numero dei posti letto totali ogni 100mila abitanti. A Messina è molto basso (1.106 posti letto di cui 787 alberghieri, il 71,1 %). Solo a Reggio Calabria, Foggia, Andria e Barletta è inferiore. La ricettività per km quadrato, invece, aumenta di pochi punti percentuali (9 posti letto per km quadrato).

Solo 9 città hanno registrato un aumento in termini di incidenza dei posti letto alberghieri sul totale. Qui Messina è in testa con un +19,5 %. Seguono Bari (+14,7%), Siracusa (+5,5), Ancona (+5,5), Torino (+3,9), Aosta (+2,6), Ravenna (+2,1), Trieste (+0,8) e Latina (+0,6%). Gli arrivi nella provincia di Messina nel 2007 erano 1 milione 69mila 202, nel 2011 902mila 621. Le presenze 4 milioni 226mila 118 nel 2007. nel 2011 3 milioni 579mila 070.

(Marco Ipsale)