Il Movimento Popolare di Liberazione “sorride” ai Forconi e punta al rilancio: «Azzerare la classe politica ricominciare»

Che sia destra, sinistra, o centro, lo slogan con cui i protagonisti della scena istituzionale si avvicinano al prossimo periodo di campagna elettorale, non cambia: stop con la solita politica, stop con partiti tradizionali, unico antidoto alla dilagante disaffezione dei cittadini verso la cosa pubblica. Non fa eccezione, negli intenti ma non nei modi con cui raggiungere l’obiettivo, il Movimento Popolare di Liberazione (MPL), che ieri pomeriggio, nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca ha fatto il suo debutto in città, pur se di fronte ad una platea piuttosto ristretta. Fattore quest’ultimo che ha deluso gli organizzatori data la grande adesione ottenuto sul social network facebook: Un dato che non fa che confermare il distacco, sempre più evidente, tra società reale e società virtuale. Ospite d’eccezione, Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi. Un personaggio di “rottura”, quello presente a fianco del coordinatore generale di MPL, Massimo De Santi, a cui è toccato di spiegare le intenzioni del Movimento Popolare: azzerare il tradizionale sistema della politica e ricominciare da capo, senza nessuna “santa alleanza”.

«Vogliamo che la Sicilia, Messina, il Paese, reagiscano all’abbrutimento causato da una classe dirigente che fa il bello e il cattivo tempo. In questo momento il disastro è triplice: economico, ambientale, morale. Ma soprattutto è un fallimento politico e l’Italia deve riscattarsi. Noi non siamo demagoghi, come invece sono quelli che continuano a venderci fumo. Noi proponiamo di uscire dall’Europa e prima ancora di abbandonare l’euro». Dello stesso tono l’intervento di Angela Rizzo, rappresentante locale del Movimento: «La grave crisi economica e finanziaria che l’Europa sta attraversando, a cui fa eco quella socio-occupazoonale, ha messo a nudo le carenze gestionali e strutturali questo Paese, registrando il totale ed irreversibile fallimento della classe politica e di uno Stato sociale ormai inadeguato alle esigenze reali della Nazione».

Affonda il leader dei Forconi Mariano Ferro: «Sebbene spesso sia stato detto il contrario – esordisce – quello che è successo in Sicilia dal 16 al 21 (gennaio, ndr) è stata un areazione del tutto inattesa. Alla nostra protesta si sono pian piano unite decine e decine di persone che hanno trovato una strada per sfogare la rabbia e manifestare il loro desiderio di reazione. Ed è questo quello che i siciliani devono fare, reagire». Ferro, con in testa l’immancabile cappellino blu con su stampato lo stemma giallo della Sicilia e del forcone, non manca di far riferimento alle amministrative che i prossimi 6-7
Maggio interesseranno oltre 148 comuni: «Quali saranno le risposte vere che i sindaci daranno ai cittadini? E perché i cittadini si accontenteranno di votare di nuovo Pdl, Udc, Pd, Fli, Mpa? Ecco perché dico che dobbiamo svegliarci. Il potere è il nostro, non il loro. Temono che la febbre che ha infiammato la Sicilia vada oltre lo stretto, ci auguriamo che questo accada. Molto presto. Stiamo pensando di organizzare un blocco anche a Messina, abbiamo già preso dei contatti. Tutta le città devono reagire». (EDP)