D’Alia: “Accorinti è stato eletto sindaco per amministrare,non per protestare”

Accorinti è stato inopportuno, lui è il sindaco di tutti i messinesi, invece ha rappresentato solo il suo movimento con quel gesto. I messinesi lo hanno eletto sindaco per amministrare, non per protestare”. Senza usare i toni forti che ha avuto il 4 novembre, il ministro della Pubblica Amministrazione Gianpiero D’Alia chiarisce comunque il suo pensiero a proposito delle dichiarazioni del primo cittadino in occasione della Festa delle Forze Armate che tante polemiche hanno suscitato. “Rispetto le opinioni di tutti ma non era quella l’occasione giusta per manifestare in quel modo. La mia solidarietà va a quanti, nelle Forze Armate continuano ad essere impegnate, a costo della vita, in operazioni di pace e per la pace”. L’accaduto non cambia comunque i rapporti con l’amministrazione anche, se “è presto per dare giudizi, ma il nostro apporto e la nostra collaborazione c’è stata e ci sarà”.

Il convegno di questa mattina alla Camera di Commercio sulla nuova politica agraria, alla presenza del ministro Udc D’Alia, del sottosegretario Pdl alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, dell’europarlamentare La Via, del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, è sembrata quasi una prova generale di PPE (partito popolare europeo).

Bastava dare un’occhiata alla sala, con esponenti del Pdl in prima fila, come Garofalo, fianco a fianco con quelli dell’Udc. Gli azzurri erano tantissimi, insieme ai centristi come ai tempi delle amministrazioni Buzzanca e Ricevuto, o al primo governo Berlusconi.

In Sicilia, al di là delle dichiarazioni di facciata, i lavori in corso sul dopo- Berlusconi e sul Ppe, sul “grande centro” ci sono. Del resto se Castiglione stamane ha dichiarato “è prematuro, non parlerei di scissione nel Pdl”, è comunque chiaro che i movimenti ci sono. Lo stesso D’Alia sintetizza: “Noi nel Ppe noi ci siamo già. Dobbiamo rafforzare l’idea di Europa, usciamo da una crisi pesantissima che non ha avuto le adeguate risposte che la gente si aspettava”.

Quanto ai rapporti, non più idilliaci come un anno fa con il governatore Crocetta, sul quale proprio D’Alia ha puntato per primo per la candidatura alla Regione, il leader centrista taglia corto “Il caso è chiuso, non c’è alcun problema”. Il “caso” è la vicenda Humanitas che ha portato l’intera Udc a dare l’ultimatum ad una giunta dalle idee piuttosto confuse sulla delibera che a luglio prevedeva l’aumento di 50 posti letto per il polo oncologico di Misterbianco ed altri 10 milioni di euro l’anno (oltre gli attuali 20) come accreditamento. Sulla graticola l’assessore alla sanità Lucia Borsellino, firmataria sia del provvedimento che dell’accordo con la società, il cui amministratore delegato, Giuseppe Sciacca, è zio del deputato dell’Art.4 Luca Sammartino. Per la verità ad accorgersi del “fattaccio” è stata la Commissione Sanità dell’Ars che ha stoppato la delibera, passata sotto il naso dei tre assessori Udc senza che battessero ciglio. D’Alia è stato chiaro,senza bisogno di aspettare che fosse il segretario regionale del partito Pistorio ad intervenire: o Crocetta ritira la delibera o noi ritiriamo gli assessori dalla giunta. Pochi giorni dopo la delibera è stata ritirata, ma è difficile che ritorni il sereno stabile tra il ministro e il governatore. Anche il caso dei 20 mila precari degli Enti locali siciliani per i quali Crocetta già parlava di stabilizzazione rischiava di diventare terreno di scontro. Ed anche in questo caso il ministro D’Alia ha messo lo stop: inutile fare populismo, le stabilizzazioni in massa sono follia.

“Caso chiuso”, ribadisce e sul rimpasto…”nessun rimpasto”. Se ne parlerà dopo le primarie del Pd, quando Crocetta sarà costretto dai fatti a cambiare gli uomini della giunta e ad allargarla a Drs e Art.4, gli stessi che, nel giorno della mozione di sfiducia, gli hanno dato più di una mano, anche in assenza di deputati Pd.

Rosaria Brancato