Il Tar accoglie il ricorso di Vullo contro l’ordinanza anti-chiusura del Pronto soccorso Piemonte

Il Tar ha accolto il ricorso del dg Michele Vullo contro l’ordinanza anti-chiusura del Pronto soccorso del Piemonte firmata da Accorinti il 5 febbraio.

La terza sezione del Tribunale amministrativo di Catania, con la sentenza di ieri nell’accogliere l’istanza presentata dall’avvocato Parisi ha anche fissato l’udienza per il 18 novembre. Il manager del Papardo aveva annunciato la volontà di ricorrere al Tar sin dalle ore successive alla firma del provvedimento da parte del sindaco, atto che ha scongiurato la chiusura del Pronto soccorso fissata da Vullo alle 8 del mattino di sabato 10, nell’ambito dello smantellamento del nosocomio. Con l’ordinanza il sindaco (vedi qui) nelle more della legge che di lì a pochi giorni è poi stata approvata, ordinava al manager la sospensione della chiusura del Pronto soccorso. Il ricorso è stato presentato contro il Comune, la Regione, l’Asp, il Prefetto ed il Policlinico.

“Vista l’istanza-si legge nella sentenza- rilevato che appaiono sussistenti le condizioni per l’adozione della misura cautelare richiesta sulla scorta della rilevanza dei danni che in ricorso si prospetta possano derivare dal provvedimento impugnato, a fronte delle valutazioni tecnico organizzative ed in applicazione di norme cogenti, poste a base della delibera n°602/2015 di accorpamento delle unità operative duplicate operanti nell’ambito della sede territoriale dell’azienda Papardo Piemonte, per questi motivi, si accoglie la domanda cautelare e si fissa per a trattazione collegiale la camera di consiglio del giorno 18 novembre”.

Fin qui il Tar che accoglie la “richiesta di sospensiva di una richiesta di sospensiva” , sembra una filastrocca ma è l’amara sintesi di una guerra che si sta giocando sulla pelle dei messinesi. Vullo infatti ha presentato ricorso contro un provvedimento che aveva un unico scopo: salvare il pronto soccorso dalla chiusura. Non un pronto soccorso qualsiasi, ma quello nel cuore della città e per il quale l’intera città è scesa in piazza e per il quale (al di là delle singole proposte) tutta la politica si è mossa, si condividano o meno i risultati. Al di là quindi del legittimo ricorso e dell’aspetto tecnico giuridico sul quale non si può entrare nel merito, resta la scelta politica di un direttore generale di contestare il mantenimento di un Pronto soccorso.

Nel frattempo il 7 ottobre è stata varata all’Ars la legge Irccs Piemonte, che all’art.1 comma 6 (introdotto grazie ad un emendamento di Valentina Zafarana) mette nero su bianco e con valenza di legge un dettaglio non da poco: “nelle more dell’emanazione del decreto di cui al comma 3 (ndr. il decreto attuativo dell’assessore Gucciardi) il direttore generale del Papardo assicura la migliore funzionalità del Pronto soccorso e dei servizi e reparti correlati del presidio ospedaliero Piemonte”.

Dopo la sentenza del Tar il direttore generale ne ha messo a conoscenza tutti gli organi competenti. In linea di principio la legge regionale supera l’ordinanza del sindaco pertanto non dovrebbero esserci problemi (vedi qui), ma a questo punto non sappiamo cosa può ancora accadere. Del resto, dichiarò sin dal suo insediamento, nell’estate scorsa Michele Vullo disse chiaramente che il Pronto soccorso doveva chiudere e che era nelle sue intenzioni farlo. Da allora ha tirato dritto nonostante l’intera città si sia impegnata per trovare soluzioni al peggio.

Non sappiamo quindi cosa accadrà adesso, di certo l’assessore alla sanità Gucciardi, a tutti gli effetti “papà” della legge 24 Irccs-Piemonte e che dopo l’approvazione della norma ha dichiarato: “ho promesso ai messinesi che avrei salvato il Pronto soccorso e l’ho fatto”, dovrebbe iniziare a riflettere sulle reali intenzioni di quel manager che proprio la Regione ha messo alla guida dell’azienda sanitaria. Se Michele Vullo decidesse di chiudere il Pronto soccorso, nonostante la legge, equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra non solo alla città, ma al suo stesso assessore ed alla Regione.

Ieri con una lettera aperta indirizzata a Gucciardi la UilFpl ha rinnovato la richiesta di rimozione del manager, più volte avanzata sin dai tempi della Borsellino.

“Il manager sin dal suo insediamento non solo ha offeso i cittadini messinesi che si recano al Presidio Ospedaliero Piemonte per essere assistiti definendoli di “basso ceto sociale” sol perché residenti in zone rionali limitrofe all’ospedale stesso ma, recentemente in una trasmissione televisiva si è consentito di lanciare pesanti accuse nei confronti del personale sanitario del P.O. Piemonte denigrandolo e svilendo di fatto la loro professionalità. Signor Assessore, l’atteggiamento arrogante del manager nei confronti dei cittadini, dei loro rappresentanti, nonché nei confronti dei lavoratori della medesima Azienda ha scavato un solco non più colmabile, creando di fatto una situazione di incompatibilità ambientale all’interno della stessa Azienda che sta costringendo numerosi lavoratori dell’area medica e del comparto ad adire le vie legali a tutela della loro immagine professionale. La UIL-FPL di Messina, ha denunziato, in più occasioni numerose anomalie gestionali, poste in essere dal manager Vullo che ricordiamo brevemente: 1) Caso “Deloitte & Touche”. Due affidamenti diretti per una cifra complessiva di 58.000 euro per la revisione del bilancio 2013! 2)Caso “ANCI”. Violazione dell’art.21 della Lr.5/09 che prevede il divieto di esternalizzazioni di funzioni, pur in presenza di dirigenti amministrativi all’uopo preposti, per l’affidamento, senza alcuna deliberazione, di un incarico per la predisposizione di un bando di gara per il quale è stata emessa una fattura di 24.400 euro, da parte dell’ANCI di cui lo stesso manager è vice coordinatore; 3)Caso “La Maddalena”. Acquisto di fornitura di radio-farmaco per importo complessivo di euro 175.000 in violazione delle regole di evidenza pubblica in materia di affidamento di appalti e forniture;4) Caso “Posizioni organizzative”. Denunzia all’ANAC l’anomala presenza nell’organo valutatore per la procedura di selezione di un componente del direttivo del collegio IPASVI;5) Caso “Violazione Convenzione Oncologia”. Stipulata nel 2012 tra Università degli Studi AOU G. Martino e AOOR Papardo-Piemonte per l’istituzione dell’UOC di Oncologia Medica presso la stessa azienda, per la sostituzione di un ricercatore specialista in oncologia medica in posizione di comando, con altro ricercatore specialista in differente disciplina, per assegnarlo all’UOC Coordinamento degli Staff Aziendali, distraendolo dai compiti previsti dalla convenzione sopradetta e abbattendo di fatto i livelli assistenziali con grave nocumento di soggetti particolarmente fragili”.

Il direttore generale ha sempre dichiarato di voler agire nell’applicazione della legge e la legge 24 gli impone di garantire il miglior funzionamento del Pronto soccorso e dei servizi e reparti collegati. La sentenza del Tar fa riferimento alla sola ordinanza del sindaco che peraltro era stata superata nei fatti dalla normativa regionale.

Atteso che il dg ha voluto comunque andare avanti contro Accorinti, adesso spetta alla politica ed all’assessore Gucciardi un’attenta riflessione sulle scelte del manager che ha portato davanti al Tar l’intera città. Il Tar, sotto il profilo giuridico, gli ha dato ragione. Ma che sorte avrà da domani il Pronto soccorso?

Rosaria Brancato