I “Pinellini” incalzano il sindaco Accorinti. Lui risponde: “Mai stato contrario alle vostre azioni”

Blitz degli attivisti del Teatro Pinelli questa mattina a Palazzo Zanca. I membri del Pinelli, dopo una piccola performance, si sono a lungo confrontati con il sindaco Renato Accorinti. Motivo della “resa dei conti” incomprensioni e silenzi da parte della Giunta Comunale. Dopo la seconda saldatura del cancello della Scuola Ugo Foscolo, occupata il 2 gennaio scorso, gli attivisti hanno fatto "irruzione" al Comune per chiedere, una volta per tutte, quale sia l’opinione del primo cittadino, accanto a loro durante l’occupazione del Teatro in Fiera e della Casa del Portuale, ma stranamente silenzioso in quest’occasione. Un non pronunciamento circa i fatti inerenti al nuovo posto occupato che i membri del Pinelli non hanno accettato. La performance con cui hanno pacificamente invaso Palazzo Zanca questa mattina recitava, infatti, tra l’altro: “Tanto meno sai, tanto più sei responsabile”. E proprio di “ignavia strumentale” è stato accusato il Sindaco durante il confronto. Strumentale, ovviamente, per quelle forze politiche contrarie al progetto di auto recupero e autogestione degli spazi inaugurato dal Pinelli il 15 dicembre 2013 con la riapertura, dopo 17 anni, del Teatro in Fiera.

“Non sapevo nulla dei cancelli chiusi – ha dichiarato il sindaco –. Non sono assolutamente contrario alle azioni del Pinelli e non voglio chiudere la scuola. Solo stiamo valutando dei progetti che prevedono il riutilizzo del plesso, ma questo non significa che voglio sgomberare il Pinelli, al limite si troverà una soluzione condivisa, per quel plesso o per qualche altro posto”.

L’unico problema della Giunta, quindi, sarebbe quello dei fitti passivi, che porta all’ipotesi di utilizzare gli spazi della scuola per la creazione di uffici comunali. Gli attivisti del Pinelli obiettano a questo, però, che in un quartiere dove gli spazi di aggregazione e sociali sono ridotti al minimo, sarebbe fuori luogo realizzare uffici in un plesso che offre la fruizione di una palestra e di una sala informatica. Un'obiezione accolta dallo stesso Accorinti che ha commentato: “Non farei mai smantellare una palestra per degli uffici”.

L’apertura della Scuola Foscolo in via Palermo ad inizio anno da parte degli attivisti del Teatro Pinelli, è stata accolta in modo contradditorio da parte delle istituzioni politiche. Tra chi si è complimentato con gli attivisti per aver recuperato al quartiere un plesso chiuso, come il Presidente della V circoscrizione Santino Morabito, a chi ha condannato il gesto come “illegale”, spicca il silenzio dell’Amministrazione Comunale.

L’unica presa di posizione da parte della Giunta, infatti, risale ad un tavolo tecnico in cui l’assessore all’istruzione, Patrizia Panarello, ha ipotizzato il riutilizzo degli spazi al primo piano dell’edificio, senza entrare nei dettagli. Solo il dirigente del Dipartimento Politiche Culturali ed Educative, Salvatore De Francesco, ha invitato la Polizia Municipale a operare lo sgombero “considerato che nel plesso esistono diversi arredi scolastici, strumenti musicali e attrezzature informatiche facenti parte di un laboratorio autorizzato dal Ministero, oltre al fatto che sono ancora attive le utenze elettriche, idriche e telefoniche utilizzate abusivamente”. Nel frattempo, dopo il primo sgombero, il Laboratorio per i Beni Comuni aveva inoltrato un comunicato di solidarietà agli occupanti, individuando nell’atto amministrativo l’interruzione di un percorso di confronto che, seppur avviato da punti di vista differenti, poteva portare ad uno sviluppo positivo del concetto di auto recupero e beni comuni in città.

Il plesso, però, è occupato da un collettivo a cui non va giù di essere ignorato, soprattutto quando, nel silenzio ufficiale, per ben due volte sono stati sigillati i cancelli della scuola. Puntualmente riaperti dai membri del Pinelli in una sorta di muta guerra fredda a distanza, il cui silenzio gli attivisti della scuola occupata hanno deciso di rompere questa mattina manifestando al Comune e parlando con il Sindaco Renato Accorinti.

Dopo l’ultima saldatura del cancello della scuola, i membri del Pinelli avevano manifestato in un comunicato l’insofferenza per un atteggiamento giudicato ambiguo: “Il saldatore ignoto – scrivevano ironicamente – probabilmente, per essere così silenzioso, apparterrà all'antico Ordine Peloritano, ma di origine tibetana, dei Vigili Scalzi. Oscuro il mandante, oscuro l'esecutore, meno oscuro il movente: è piuttosto scomoda la posizione di chi, dopo aver finto una presunta comunione di intenti, si trova, nei fatti, a doversi sbarazzare di un ingombrante ex compagno. E così, la giunta e il sindaco Accorinti in testa continuano a non prendere posizione, legittimando, implicitamente, il saldatore ignoto con il loro silenzio colpevole. Siamo stanchi di un'amministrazione che non si assume le sue responsabilità politiche. Siamo stanchi di metodi subdoli. Rimpiangiamo i tempi in cui gli sgomberi erano veri sgomberi con tanto di sigilli ufficiali, elicotteri, navi militari e camionette antisommossa: almeno si faceva un po' di teatro”.

Il chiarimento con il sindaco Oggi il chiarimento con il primo cittadino. Nel frattempo continuano le attività culturali nella scuola occupata, che spaziano dall’offerta di un doposcuola per i ragazzi del quartiere alle serate di liscio per gli anziani. Questa sera si svolgerà un’assemblea al quale il Sindaco è stato invitato. Accorinti ha dichiarato di non poter andare, ma ha ribadito l'apprezzamento per le iniziative svolte. I membri del Pinelli hanno inoltre dimostrato la disponibilità di mettere a disposizione i locali della scuola per le riunioni del Laboratorio per i Beni Comuni.