Messinambiente come l’Atm: in liquidazione

La spina è staccata, Messinambiente va in liquidazione. Questa la decisione giunta in serata al termine dell’assemblea dei soci tenutasi a palazzo Zanca. Che la situazione economico-finanziaria della società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, così come quella delle altre partecipate, fosse complicata, non è certo cosa nuova, ma sebbene di liquidazione si fosse parlato, tale possibilità non sembrava essere imminente. Almeno fino ad oggi. Prevedibili le “sollevazioni” che tutto ciò potrebbe determinare tra le corpose fila dei dipendenti di Messinambiente (circa 600 più le assunzioni “per sentenza”) e tra i sindacati. La procedura da seguire per lo scioglimento della società, dovrebbe essere la stessa di quella seguita per l’Atm, con il civico consesso chiamato ad esprimersi sulla delibera di liquidazione (esitata dalla giunta). Di diverso avviso sembra però essere l’amministrazione, che ha infatti affidato all’attuale amministratore unico di Messinambiente, Di Maria, l’incarico di liquidatore.

Ricordiamo però che proprio il civico consesso, con atto deliberativo N.54/c dell’11.06.1996, si è espresso per l’affidamento dei servizi di igiene ambientale e attività connesse, a mezzo di una società per azioni, approvando con questo stesso atto anche lo schema di statuto della costituenda società, nonché lo schema dell’avviso pubblico per la scelta dei partners privati con i quali costituirla. Privato che, a seguito delle istanze pervenute ed esaminate da apposita commissione tecnica, il consiglio comunale,con delibera N. 15/c del 13.03.1998, ha individuato, appunto, nella Spa “Messinambiente”, approvando schema costitutivo e relativa convenzione.

Con il passare degli anni, a causa delle cattive gestione che si sono succedute, la situazione è andata peggiorando, fino a rendere la partecipata uno dei tanti carrozzoni del Comune, con debiti che, al 31/12/2010, sono stati quantificati in un totale di 42.498.209,00 di euro, così suddivisi. Tutto ciò, a fronte di circa 45 milioni di crediti vantati e nei confronti AtoMe3, AtoMe1, Comune di Messina e Comune di Taormina.

Un fulmine a cielo non certo sereno, ma che presso gli uffici di via Dogali in pochi si sarebbero immaginati. Quel fulmine, insomma, è diventato un temporale. (ELENA DE PASQUALE)