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Unime, il corso di Lingue è un caso. Studenti chiedono riapertura del Clam, botta e risposta col Rettore

Il ripristino del Centro Linguistico d’Ateneo ed appelli raddoppiati per superare gli esami. Sono queste le proposte che l’Udu sottopone all’Ateneo, dopo l’apertura del Rettore agli studenti, sul “caso” Lingue.

“Da tempo l’Università, che ha sempre sostenuto fermamente le attività in presenza, sta sempre più delegando tutte le attività formative che prima erano di competenza del CLAM ad una piattaforma online che presenta diverse criticità (Rosetta Stone). Chiediamo non solo che il CLAM venga ripristinato ma che venga potenziato rispetto alle esigenze della comunità studentesca di UNIME.”, scrive l’Unione degli Universitari, intervenendo nel botta e risposta tra i vertici d’ateneo e gli studenti.

“Approfondiremo immediatamente le questioni. Ho già provveduto a convocare un incontro con il direttore del Dipartimento, con il coordinatore del corso di laurea e con il responsabile per la didattica e nella prossima settimana intendo sentire personalmente i rappresentanti degli studenti”, ha detto il Rettore Salvatore Cuzzocrea, appena appreso della lettera che 50 studenti del corso di Lingue ha inviato per segnalare le sempre maggiori difficoltà a terminare il ciclo di studio. Il gruppo annuncia una raccolta di firme. Di seguito, la lettera che ha sollevato il caso.

“Siamo tutti fuori corso dal quarto anno in poi, arrivando addirittura al decimo anno di iscrizione. Puntualizziamo che la durata normale del corso è di 3 anni. Non sappiamo il numero preciso, ma conosciamo tantissime persone rimaste intrappolate in questa facoltà da anni. Proviamo un grandissimo sconforto nel vedere, che solo noi rispetto agli altri corsi di studio riscontriamo queste difficoltà.

Negli anni l’organizzazione interna del corso è peggiorata sempre di più e hanno reso sempre più difficile il raggiungimento della laurea, come la diminuzione degli esami scritti di lingua. Nel resto dell’ateneo è possibile prenotarsi ad un esame circa 10 volte l’anno. Invece noi possiamo svolgere le prove di lingua (materia principale) solo 3 volte l’anno, se l’esame dovesse avere esito negativo, si rimane in alcuni casi, bloccati con le altre materie, poiché si tratta di materie propedeutiche. Costretti dunque, ad attendere mesi per poter riprovare.

Recentemente, è stato disposto di dover svolgere esami esclusivamente online. I docenti hanno così cambiato completamente le modalità d’esame per le lingue, per molte di queste non siamo stati neanche avvisati su come dovesse essere svolto. È capitato infatti ad alcuni colleghi, di collegarsi in videochiamata il giorno dell’esame e scoprire al momento stesso la modalità d’esame. La cosa più eclatante è stata che i rappresentanti hanno chiesto linee guida, ma a questa richiesta ci è stato comunicato che le linee guida sugli esami erano state già pubblicate nel sito, quando in realtà, per molte di queste materie non vi era nulla, se non per alcune pubblicate a soli pochi giorni dall’esame; rifiutandosi quindi di aiutarci.

Non sappiamo più cosa fare per poter uscire da questo incubo. Tantissime persone si ritirano dopo aver investito soldi e anni di studio. L’amministrazione universitaria continua a non guardarsi intorno e chiedersi come mai ci siano così tanti studenti iscritti fuori corso da molti anni.

Chiediamo solo di essere ascoltati. In gioco c’è il nostro futuro. Noi come altri, non abbiamo perso la voglia di migliorare e di portare avanti questo percorso di studi con dedizione, ma per farlo abbiamo bisogno di un ambiente universitario, che tenga conto delle nostre richieste di aiuto. Per niente stimolati, affrontiamo ormai questo percorso con scoraggiamento, anzi molte volte veniamo anche ridicolizzati, e la situazione la vede solo dall’esterno, e invece di darci ascolto si limita a giudicare chi con impegno e fatica, cerca ogni giorno di fare del suo meglio per costruirsi un futuro.”