“Legalità, merito e ruolo dell’Università”, il convegno chiude la Giornata della Memoria

“Legalità, merito e ruolo dell’Università”, sono queste le parole chiave dell’omonimo convegno che si è svolto nel pomeriggio nell’Aula Magna del Rettorato, degna conclusione della XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
All’incontro coordinato dal prof. Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, sono intervenuti, in qualità di relatori, Giovanni D’Angelo, Procuratore Generale della Repubblica, il prof. Mario Bolognari, Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne e Umberto Di Maggio della Segreteria nazionale di Libera (Settore Università e Ricerca).
«L’università può e deve svolgere un ruolo fondamentale – ha detto Moschella, in apertura -, soprattutto nel campo della tutela dei diritti e promozione dei valori». Dopo i saluti al Rettore e alle autorità presenti, Moschella ha ricordato che «la promozione delle regole e il rispetto del merito costituiscono un argine a comportamenti illeciti».
«Dal 21 marzo di 21 anni fa, da quando cioè la madre dell’agente Antonio Montinaro ci spronò a trovare un modo per creare memoria e ricordare tutte le vittime innocenti di mafia – ha spiegato Umberto Di Maggio, dopo aver preso la parole -, il 21 marzo per noi di Libera è una giornata speciale, il nostro Natale. Fino ad allora i nomi di molte vittime innocenti venivano nascosti dietro locuzioni come ‘…e gli angeli della scorta’». «Ma leggere una lista non basta, non solo perché è incompleta, in quanto mancano tutti i nomi di coloro uccisi dalle mafie internazionali, ma perché dobbiamo fare memoria attraverso l’impegno quotidiano di ciascuno di noi, ponendo le basi per la costituzione di una società che non sia solo civile ma anche responsabile. Tutto ciò passa attraverso processi di rete tra soggetti singoli e collettivi, attraverso la revisione delle condizioni di giustizia sociale e la promozione del merito».
«Bisogna dare più spazio alla conoscenza e meno alle conoscenze», ha aggiunto Di Maggio.
A seguire Bolognari, nel proprio intervento, ha tenuto a precisare che «noi tutti sappiamo che la nostra comunità accademica costituisce un esempio per gli studenti e per la società più in generale e per questo abbiamo l’onere di tenere comportamenti che devono assolutamente essere ed apparire sempre eticamente meritevoli. Il nostro agire deve sempre essere ispirato a solidi principi morali».
Il Direttore del dipartimento di civiltà antiche e moderne ha anche sottolineato «il ruolo politico» che l’università svolge «perché interviene direttamente sull’evoluzione della società e della storia».
«Da italiano, orgoglioso d’esserlo, trovo che il germe dell’illegalità diffusa risieda nell’insofferenza tutta italiana all’osservanza delle regole. E non solo quelle giuridiche». Così ha inaugurato il suo intervento il Procuratore Generale D’Angelo che concorda con Don Ciotti quando afferma che urge una riforma delle coscienze. «L’istituzione universitaria può e deve svolgere un ruolo importante in tal senso», secondo D’Angelo, che ha aggiunto, «è necessario che il Paese nella sua interezza recuperi le ragioni della ragione».
Già in mattinata una delegazione dell’Ateneo guidata dal Rettore e dal Direttore Generale si era unita al corteo che ha sfilato per le vie della città, mostrando la volontà dell’Università di intraprendere e rafforzare la collaborazione con la rete di associazioni che sostengo la legalità sul territorio.
Gabriele Quattrocchi