I Democratici Riformisti: “Dobbiamo tornare a parlare dell’Area dello Stretto”

Dall’area dello Stretto alla crisi dei partiti, fino al rapporto con i cittadini ed il territorio. Sono i temi affrontati nella sede provinciale dei Drs nel corso di un incontro alla presenza del presidente regionale del movimento, Salvatore Cardinale dei deputati regionali Marcello Greco, Giuseppe Picciolo e dei quadri direttivi locali rappresentati al tavolo da Santino Calderone, Pippo Morano e Fabio D’Amore. Sono intervenuti anche i sei consiglieri comunali Dr di Palazzo Zanca (Abbate, Amata, Carreri, Interdonato, La Paglia, Sorrenti) ed il presidente della Terza Circoscrizione Orazio Laganà.

Il dibattito si è soffermato sul bisogno di rappresentanza vera da parte di un corpo elettorale sempre più disorientato, alle prese con la mancanza di risposte e con la sempre crescente mancanza di credibilità da parte dei partiti tradizionali. Ormai gli organi partitici sono sempre più autoreferenziali e non riescono più a dare risposte reali. E’ stata quindi ribadita, nel corso della riunione la necessità per i Democratici riformisti, movimento giovane ma che ha registrato notevoli consensi, di mantenere la propria autonomia, sganciati da un sistema di alleanze che predilige l’annessione alla valorizzazione delle pluralità d’espressione.

“Noi rappresentiamo una delle novità più importanti nel panorama politico siciliano – ha ribadito il capogruppo dei Drs all’Ars Giuseppe Picciolo – perché siamo consapevoli del valore della stabilità ma prima ancora della necessità di un cambiamento radicale da apportare alla macchina amministrativa, che deve essere slegata da quei lacci e laccioli che hanno determinato l’empasse dell’economia siciliana. Un plauso quindi all’azione riformatrice del Governo Crocetta che, superata la fase delle emergenze, deve adesso mettere mano al programma “rivoluzionario” presentato in campagna elettorale”.

A conclusione dei lavori è stata approvata una nota congiunta, a firma dei rappresentati dei Democratici riformisti messinesi, che pone attenzione sulla necessità di ripensare il territorio come estensione da rivedere all’interno di una realtà potenzialmente più grande, che è appunto l’area dello Stretto.

“L’occasione – ha evidenziato il consigliere comunale Carlo Abbate – è stata data dalla protesta dei Sindaci dei comuni messinesi e reggini di qualche giorno fa: un grido d’allarme lanciato dai primi cittadini di una porzione di territorio geograficamente rilevante, che conta oltre un milione di abitanti e che viene sistematicamente scavalcata per la mancanza di “forza” politica nel portare avanti progetti qualificanti. Per crescere dobbiamo essere capaci di attrarre nuovi investimenti, sostenere i processi di innovazione, creare vantaggi competitivi per il territorio in termini di agevolazione fiscale, legislativa, amministrativa ed infrastrutturale”.

L’obiettivo quindi è tornare a parlare di unione geopolitica tra le due città metropolitane di Messina e Reggio ed è questa, secondo i Dr, la ricetta per la ripartenza di un territorio che deve fare sistema per creare ricchezza sia economica che culturale. Questo progetto richiede chiaramente l’interessamento dei governi regionali di Sicilia e Calabria, oltre al supporto dello Stato “la cui azione, ha precisato l’ex ministro dei trasporti e comunicazioni, Salvatore Cardinale, dovrà essere quella di un padre nobile che vuole vedere crescere e prosperare i propri figli”.