“Il presepe di fatto di Piazza Municipio” e il questionario di Papa Francesco

In molti hanno puntato il dito contro il graffito del presepe in piazza Municipio, poche ore dopo l’approvazione da parte della giunta Accorinti del Registro delle Unioni civili. Il graffito rappresenta un piccolissimo presepe, con due Madonne ed il bambino Gesù e poi la scritta “Gesù è nato da una coppia di fatto”. Più sotto c’era la firma dell’Arcigay, dal cui impegno su questo fronte è nato il provvedimento dell’amministrazione che adesso dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale.

In tanti hanno arricciato il naso alla vista di quest’immagine preferendo sorvolare sul messaggio chiarissimo e strettamente legato ad una visione di famiglia basata sui legami del cuore e dell’amore, che sono i principi cardine del cattolicesimo.

La delibera della giunta Accorinti è un segnale di apertura che non può essere schiacciato da visioni bigotte, alla luce del fatto che non solo in tutto il mondo ma in Italia e persino in Sicilia decine di comuni hanno deciso di adeguarsi.

E’ comprensibile però che l’impatto con quell’immagine sia stato forte, ma ritengo che era proprio questo il messaggio che si voleva mandare a quanti fanno della Natività il cuore della propria religione. Il Natale è il simbolo della Famiglia.

Non voglio essere pignola ma, tecnicamente, penso sia indiscutibile il fatto che Gesù sia nato 2013 anni fa da una coppia di fatto. Vorrei anche aggiungere a quanti si sono sentiti turbati da quella frase che non c’era mica scritto “è nato da delinquenti rapinatori”, ma tre parole semplici che fanno parte della realtà quotidiana di migliaia di persone nel mondo: coppia di fatto, gran parte delle quali sono cattoliche nonostante trovino la porta della Chiesa a loro chiusa.

La coppia di fatto vede insieme due persone che si amano e uniscono le loro vite. Non mi pare che, oggi, sia questa la definizione delle famiglie tradizionali dietro le quali, troppo spesso si celano orrori, segreti, ipocrisie e formalità vuota. Non ho dubbi che Gesù, nascendo oggi, non negherebbe la Comunione a nessuno di queste famiglie di fatto. Sempre per non essere pignola, ancora una volta, tecnicamente, è noto che Giuseppe non è il padre di Gesù. Tecnicamente neanche Maria, dal momento che si è trattato di Immacolata Concezione, ma per non imbarcarmi in questioni teologiche che non sono ovviamente alla mia altezza mi limito a quel che tutti sanno sin dal Catechismo e cioè che Giuseppe non è il papà biologico di Gesù con lo stesso significato che noi e la Chiesa attribuiamo a tutti i papà di tutte le famiglie del mondo. Eppure come genitori, sia Maria che Gesù, lo hanno amato immensamente e sono stati la sua famiglia. Quindi mi chiedo, perché nessuno storce il naso di fronte ad una coppia di fatto a tutti gli effetti (visto che non erano i genitori “naturali” di Gesù) che è alle radici della più grande religione del mondo, ed invece sono tutti pronti a tirare le pietre contro le altre coppie di fatto????

Accettiamo complici e ipocriti la “sacralità” di famiglie dove il tradimento, la violenza, il silenzio, gli abusi di ogni genere, psicologico,affettivo, sessuale, sono la regola, condanniamo il divorzio, i gay, le lesbiche, le coppie di fatto che vogliono adottare bambini, condanniamo tutto ciò che è “oltre” quel quadretto che risale a duemila anni fa e che non corrisponde più alla vita quotidiana e reale.

Parlare d’amore tra due persone non è reato e non è peccato, è anzi all’origine del messaggio cristiano. A me non sconvolge e non scandalizza pensare che Gesù sia nato da un’unione di fatto, due persone che non si sono sposate davanti all’altare (anche perché all’epoca non esisteva il matrimonio in Chiesa). Giuseppe e Maria si sono sposate davanti a Dio che non gira MAI il suo volto dall’altra parte e non chiude mai le porte e non giudica la qualità o il cromosoma maschile e femminile dell’amore. Trovo naturale pensare che sia nato da un’unione di fatto e se non mi hanno sconvolto le modalità del suo concepimento così come ci sono state raccontate, a maggior ragione non mi sconvolge la richiesta che famiglie non uguali a quelle che piacciono alla Chiesa siano famiglie a tutti gli effetti, giuridici, legali.

Un’ultima considerazione la vorrei fare attraverso le scelte di papa Francesco, che ad ottobre ha inviato a tutte le parrocchie del mondo un questionario in vista del Sinodo delle Famiglie dell’ottobre 2014 e del Sinodo mondiale del 2015. Ebbene, nel questionario i fedeli e NON I SACERDOTI, dovranno rispondere a domande sulle coppie di fatto, i gay, l’aborto, la contraccezione.

Duemila anni dopo quell’immagine del presepe papa Francesco chiede alla sua Chiesa, quella fatta dal popolo, quale sia la famiglia oggi. Non si scandalizza, non sbarra il portone, non si gira dall’altra parte, chiede semplicemente al suo gregge di raccontare il senso della famiglia oggi, di quella che si aiuta e si sostiene, si ama, si prende cura dell’altro fino alla morte, nella buona e nella cattiva sorte, che affronta la crisi economica e quella spirituale, che affronta il dolore della malattia e la gioia della guarigione, la felicità di un figlio comunque esso sia concepito (con la fecondazione artificiale, adottato, naturale etc etc) e la banalissima routine quotidiana fatta di piccoli problemi e piccole felicità. Indipendentemente dal sesso, dal colore dei capelli e dai gusti enogastronomici.

Rosaria Brancato