Riforma Gelmini, dall’Università alla Scuola si allarga il fronte della ‘Resistenza’: il mondo dell’istruzione messinese dà vita ad un movimento unitario

Dal mondo accademico a quello scolastico le proteste contro la Riforma Gelmini si allargano a macchia d’olio.

Alla mobilitazione di ricercatori, professori e personale tecnico- amministrativo dell’Università di Messina si affianca quella, non meno decisa, dei lavoratori della scuola messinese. Dopo l’ assemblea di sabato scorso, presso la biblioteca del liceo classico “F. Maurolico”, i docenti degli istituti cittadini – in sinergia con le organizzazioni sindacali FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL, GILDA-UNAMS e COBAS, federazioni provinciali del comparto Scuola, con il Comitato Insegnanti Precari, con l’Osservatorio Scuola e il gruppo spontaneo di docenti di Proposta scuola – hanno deciso di far confluire tutte le azioni di protesta già avviate in un unico movimento.

Un fronte comune e compatto per portare avanti le proprie istanze e denunciare lo smantellamento e l’impoverimento culturale della scuola pubblica messinese.

Secondo i rappresentanti dell’istruzione locale, infatti, la Riforma Gelmini, qualora approvata dal Parlamento, avrebbe effetti devastanti sulla scuola pubblica. Uno scenario drammatico, sintetizzato i 6 punti.

Innanzitutto – scrivono i rappresentai dell’assemblea – si andrebbe incontro alla “fine della continuità didattica, quindi alla fine della possibilità per gli alunni di mantenere gli stessi docenti per l’intero corso di studi”; in secondo luogo si rischierebbe la diminuzione delle condizioni di sicurezza nelle scuole, a causa delle classi sovraffollate e a causa della contemporanea diminuzione del personale per la vigilanza”; in terzo luogo, si avrebbe “l’ effettiva diminuzione del tempo scuola con pesanti ricadute sulla formazione degli alunni”.

I docenti temono, inoltre “la diminuzione o completa eliminazione di discipline comuni e di indirizzo (diritto ed economia, elettrotecnica, economia aziendale, geografia, italiano, latino, etc) con ricadute sull’effettiva preparazione degli studenti; lo spreco di risorse professionali preziose, costituita da docenti precari con elevati livelli di esperienza; l’eliminazione di diritti fondamentali di civiltà, come la piena integrazione degli alunni diversamente abili”.

Gli esponenti del mondo dell’istruzione messinese sono convinti che sommando i singoli effetti appena elencati si arriverebbe inevitabilmente alla “ dequalificazione dell’intero sistema formativo pubblico, con conseguente arretramento culturale, economico, sociale e civile dell’intero paese” .

Per continuare la battaglia in difesa della scuola pubblica e far sentire, sempre più forte, la propria voce, l’assemblea tornerà a riunirsi il prossimo 14 luglio. In quell’occasione , i docenti sperano di trovare accanto a loro, come compagni di lotta, anche i rappresentanti degli enti locali; delle associazioni di genitori e di studenti; e di tutte le categorie coinvolte. Ed è proprio al loro che si rivolgono, lanciando un appello preciso: “Siate essere presenti in tutela della scuola pubblica, perché la scuola è la palestra della democrazia”.

Danila La Torre